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Una sorta di flash mob su Twitter realizzato da startupper. Detta così, è molto nerd, bisogna ammetterlo, ma l’idea di
Condividere e realizzare progetti insieme, riportare al centro di nuovo le persone. Così ha scritto Vianello invitando tutti a partecipare nel suo blog:
Vorrei attraverso questa attività rafforzare lo spirito di collaborazione, far capire che un incubatore è una comunità di persone, far capire chi sono gli startupper, al di là e al di fuori di ogni retorica. Persone normali, che hanno preso il destino nelle loro mani e non lo affidano agli altri.
Detto, fatto. Molti si sono presentati, moltissimi hanno rispettato le regole del gioco: hashtag #faccedastartup, postare una propria immagine e 60 caratteri per presentarsi. E poi… ritwittare senza sosta. Per creare un trend che non fosse, per una buona volta, legato a qualche fandom scatenata.
Stando alla mappa dei trend si direbbe risultato raggiunto. Almeno nella zona, il topic
@michelevianello cosa ne dicono di #faccedastartup @corradopassera e @corradoclini? qui ci sono i visi di chi farà l'Italia domani!
— emanuela (@manudonetti) January 10, 2013
Uno spunto che potrebbe anche diventare permanente, almeno secondo alcuni, anche se per ora manca un bilancio della giornata, iniziata stamani alle 11 e appena conclusasi. Quel che sembra essere interessante è la modalità informale e la struttura totalmente orizzontale dello scambio di idee: diverso da un talent garden, permanente e basato sul coworking nel tempo, e diverso da un pitch di fronte a una platea. Più simile ai buoni vecchi Barcamp, non-conferenze aperte dove si attaccano biglietti sulle lavagne per assemblare idee senza rigidità precostituite. Insomma, un po’ di sano divertimento – e isolamento – dopo un anno in cui questo termine, startup, è stato strattonato da tutte le parti.