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L’Unione Europea ha evidenziato che i grandi big del tech hanno iniziato ad ottenere migliori risultati nella lotta all’hate speech da quando è arrivato il nuovo
Era il 2016 quando
La Commissione Europea fa sapere che anche
La Commissione Europea ha sottolineato che dal 2016 sono stati evidenziati progressi costanti nella lotta all’hate speech. Alla prima verifica, già nel 2016, le società avevano rimosso il 28% dei messaggi segnalati, cifra che è salita al 57% nel
Internet deve essere un luogo sicuro, privo di forme illegali di incitamento all’odio e di contenuti xenofobi e razzisti. Il codice di condotta si è rivelato uno strumento prezioso per contrastare i contenuti illeciti in modo rapido ed efficiente. Ciò dimostra che laddove esiste una stretta collaborazione tra imprese tecnologiche, società civile e responsabili politici è possibile ottenere risultati preservando al contempo la libertà di espressione. Auspico che le aziende informatiche diano prova della stessa determinazione su altre questioni importanti, come la lotta al terrorismo, o le clausole sfavorevoli per gli utenti.
Tuttavia, la strada è ancora lunga per estirpare alla radice il problema dell’hate speech. Secondo la Commissione, trasparenza e il feedback agli utenti sono ambiti in cui occorre prevedere ulteriori miglioramenti. Inoltre, bisogna incentivare un efficace perseguimento degli autori dei reati di incitamento all’odio, sia online che offline, segnalando i casi accertati alla polizia o alla giustizia.
Nel prossimo futuro, la Commissione Europea continuerà a vigilare che i grandi big del tech continuino a rispettare questo codice di comportamento, con l’obiettivo di estenderlo ad altre piattaforme online. Potranno essere poste in essere nuove misure laddove si evidenzi che gli sforzi non siano più sufficienti ad arginare il problema dell’hate speech.