Un libro è un libro, e l'Iva è al 4%, dice Strasburgo

La proposta per abbassare l'imposta sugli ebook in tutto il continente viene approvata a larga maggioranza a Strasburgo: era la direttiva mancante.
Un libro è un libro, e l'Iva è al 4%, dice Strasburgo
La proposta per abbassare l'imposta sugli ebook in tutto il continente viene approvata a larga maggioranza a Strasburgo: era la direttiva mancante.

Una proposta della Commissione Europea per consentire agli Stati membri di applicare una riduzione dell’aliquota Iva sui libri elettronici – in linea con l’imposta applicata alla carta stampata – è stata approvata oggi dal Parlamento con 590 voti in favore, 8 contrari e 10 astensioni. Pur non avendo un valore obbligatorio, il fatto che i gruppi parlamentari delle rispettive nazioni abbiano trovato l’accordo è un passo notevole verso l’equiparazione fiscale degli ebook.

Secondo una teoria che in un paio di anni è passata da minoritaria a maggioritaria (l’Italia, col ministro Dario Franceschini, ad esempio, si mosse a suo tempo in anticipo rispetto all’Unione), i cittadini europei dovrebbero pagare meno i libri elettronici. Questa posizione supera il problema della diversità dell’oggetto in sé – il libro cartaceo è un bene materiale trasferibile, quello elettronico è immateriale e perlopiù non trasferibile, cioè somiglia di più a una licenza d’uso – concentrandosi sull’esperienza, il consumo del bene culturale, la sua diffusione e utilità.

Il modo di leggere è cambiato, perciò anche il modo di interpretare le regole fiscali, come ha sostenuto all’europarlamento il relatore Tom Vandenkendelaere (PPE, BE), che ha convinto i colleghi a fare la loro parte, ricordando che per avere la certezza di questa nuova applicazione ci voleva proprio una direttiva, cioè gli stati membri dovrebbero dare man forte nel Consiglio Europeo dei ministri una volta appreso dell’accordo a livello dei gruppi presenti in parlamento:

Al giorno d’oggi non ha senso applicare un doppio standard, per cui un quotidiano online viene tassato di più di quello stampato acquistato in un negozio. Questa nuova direttiva darà agli Stati membri la possibilità di allineare l’IVA dei contenuti digitali con quella della carta stampata.

Le parole del ministro

Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che a suo tempo aveva forzato sul tema, esprime ovviamente soddisfazione per il voto del parlamento europeo, che sancisce un principio che l’ha convinto da subito, quando ha deciso che dal 1 gennaio 2015 l’Iva sugli ebook sarebbe stata al 4% e non più al 22%.

Grazie al via libera con larghissima maggioranza del Parlamento europeo finalmente un libro è un libro. La battaglia condotta dall’Italia segna oggi una vittoria che permetterà di non operare più alcuna distinzione fiscale tra libri, giornali e periodici online e cartacei. Una decisione già anticipata dal nostro Paese nelle ultime leggi di stabilità viene così oggi adottata da tutta l’Europa.

Stesso tono per le parole di Federico Motta, dell’associazione degli editori:

Siamo stati i primi a chiedere con la campagna #unlibroéunlibro che l’Iva per libri cartacei e digitali fosse equiparata. Grazie al sostegno del Ministro Franceschini, il nostro Governo ha scelto una direzione coraggiosa quando in Europa questa posizione era minoritaria.

Contesto

Attualmente, le pubblicazioni elettroniche sono soggette a un’aliquota ordinaria pari ad almeno il 15%, mentre gli Stati membri sono liberi di applicare l’aliquota ridotta di almeno il 5%, e in alcuni casi anche un tasso zero, alle pubblicazioni stampate. Per uscire da questa empasse, era necessario modificare la direttiva del 2006 sull’Iva per l’eCommerce, ciò che è stato fatto oggi.

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