Eric Schmidt e l'intelligenza artificiale

Il chairman di bigG torna a parlare delle tecnologie IA e di come permetteranno di affrontare alcuni dei problemi che oggigiorno affliggono il pianeta.
Eric Schmidt e l'intelligenza artificiale
Il chairman di bigG torna a parlare delle tecnologie IA e di come permetteranno di affrontare alcuni dei problemi che oggigiorno affliggono il pianeta.

Intervenuto nei giorni scorsi ad una conferenza di New York, Eric Schmidt ha parlato nuovamente di un tema già affrontato più volte in passato: quello relativo all’intelligenza artificiale. In particolare, l’attenzione è stata focalizzata su come la IA potrebbe essere impiegata per risolvere alcuni dei più gravi problemi che oggigiorno affliggono la collettività, dai cambiamenti climatici all’educazione, fino alla mancanza di risorse per soddisfare il fabbisogno di una popolazione mondiale in costante crescita.

Algoritmi, machine learning e supercomputer potranno essere impiegati per elaborare grandi quantità di dati, identificando il nesso tra causa ed effetto di un particolare fenomeno, semplificando così la ricerca e la sperimentazione negli ambiti più svariati. Schmidt auspica la nascita di una collaborazione fra le realtà impegnate in questo settore, poiché solo tramite la creazione di sinergie sarà possibile accelerare il processo di evoluzione e perfezionamento dei sistemi attuali. Google e Facebook sono certamente tra i nomi più noti coinvolti.

Ogni singolo passo in avanti è stato possibile grazie a persone intelligenti che si sono riunite in una stanza e hanno deciso di standardizzare il loro approccio.

Presente alla conferenza anche Mike Schroepfer, Chief Technology Officer di Facebook, che ha confermato come anche il gruppo guidato da Mark Zuckerberg sia concentrato sulle potenzialità dell’IA.

La potenza di queste tecnologie permette di risolvere problemi su scala planetaria.

Nel corso del suo intervento, Schmidt ha scelto un modo scherzoso per fornire un esempio di ciò che l’intelligenza artificiale potrà costituire un giorno: ha immaginato di avere un “Eric” e un “Not-Eric” nella sua vita. Il primo è il se stesso del futuro, mentre il secondo una sorta di assistente pronto a fornire il proprio aiuto nel quotidiano, quando necessario. A dimostrare l’interesse di Google e Alphabet in questo ambito, tra le altre iniziative, l’acquisizione della startup britannica DeepMind portata a termine nel 2014.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti