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Oggi alla Sapienza di Roma, facoltà di architettura, si è tenuto un botta e risposta tra Eric Schmidt e il ministro Dario Franceschini, ospiti dell’evento di apertura del laboratorio sul turismo digitale, che racconta bene il ritardo culturale italiano rispetto all’agenda digitale. Di fronte a un sempre costruttivo Luca De Biase, i due non avrebbero potuto mostrare maggiore distanza nei rispettivi punti di vista.
La cultura è fuori mercato, i giovani non hanno competenze digitali all’altezza dei tempi. Così ha denunciato il numero uno del colosso di Mountain View davanti al rappresentante del governo italiano e di fronte alla platea dell’università della capitale. Un dibattito con il ministro dei Beni Culturali che ha presentato il
E.S.: Ai giovani italiani manca una formazione digitale. Il sistema educativo italiano non forma persone adatte al nuovo mondo.
D.F.: In ogni paese ci sono vocazioni, magari un ragazzo italiano sa meno di informatica ma più di storia medievale e nel mondo questo può essere apprezzato. Un ragazzo italiano ad esempio potrà andare negli Usa a insegnare storia medievale e uno americano potrà venire qui a insegnare informatica.
thanks a lot to everybody @dariofrance @ericschmidt è stato un assaggio di approfondimento aperto per un tema gigante http://t.co/wCMO69K3oM
— Luca De Biase (@lucadebiase) June 9, 2014
Due visioni poco affini, ma non opposte
Lo
E.S.: Il futuro dell’arte è online, in particolare sugli smartphone. Ci sono 2,5 miliardi di utenti di Internet dei quali ben due miliardi potrebbero acquistare e vendere sul telefonino. Voi avete un asset che è il patrimonio storico-artistico, ma non avete la tecnologia, manca la cultura del web e la consapevolezza che questo settore può far crescere l’economia.
D.F.: Un prodotto può essere di grande valore culturale ma non essere redditizio, quindi occorre mettere confini fra ciò che si fa al servizio dell’umanità e ciò che si fa per profitto.
Punti di contatto? Pochini, anche se il ministro Franceschini ha ammesso l’arretratezza digitale del paese, in particolare nel settore turistico, dove è un dovere aiutare la digitalizzazione delle strutture private e anche della parte pubblica.
È giusto fare uno sforzo per avere più professionalità sul lavoro in rete e non solo un numero maggiore di consumatori. Le applicazioni legate al turismo e alla cultura possono incrociarsi con le startup, e la politica può aiutare in questa direzione.
Domanda da far tremare i polsi: la politica aiuterà?
#tdlab incontro Google Mibact @dariofrance @ericschmidt @lucadebiase Grandi temi, grande livello: ci torneremo pic.twitter.com/jpzlSaW6nk
— Roberta Milano (@robertamilano) June 9, 2014