Eric Schmidt a tutto tondo: Chrome, Apple, Twitter

Schmidt non intende dimettersi dal board Apple, per ora. Schmidt non aveva mai creduto in Chrome OS, fino ad ora. Schmidt non si sente più minacciato dai social network, ora. Così il CEO ha spiegato il mercato Google dal suo punto di vista privilegiato
Eric Schmidt a tutto tondo: Chrome, Apple, Twitter
Schmidt non intende dimettersi dal board Apple, per ora. Schmidt non aveva mai creduto in Chrome OS, fino ad ora. Schmidt non si sente più minacciato dai social network, ora. Così il CEO ha spiegato il mercato Google dal suo punto di vista privilegiato

È un Eric Schmidt estremamente generoso di parole quello che si presenta ai microfoni in occasione della conferenza contestuale ad un evento Allen & Co. E le notizie provenienti dal CEO Google sono importanti, poiché affrontano di petto alcuni dei temi caldi del momento: la presenza del CEO nel board Apple, il significato di Chrome OS, il feeling con Twitter ed altro ancora.

Chrome OS è il punto che solletica maggiormente la platea. Schmidt ammette di aver respinto l’idea per anni, dovendo frenare in ciò le ambizioni di Larry Page e Sergey Brin. Schmidt non voleva che Google si avventurasse in una sfida eccessivamente pericolosa ed ha così tenuto lontano il gruppo da nuove ambizioni. Una presentazione del progetto coadiuvata da alcuni ex-del team Firefox, però, ha fatto scattare la scintilla: Schmidt si dice oggi convinto sostenitore del progetto Chrome e si attende milioni di terminali pronti ad adottarne l’installazione. Ciò nonostante, il CEO Google sostiene che per Microsoft non vi siano pericoli: Chrome non sostituirà le installazioni di Windows, ma accrescerà invece il numero dei dispositivi sul mercato. Chrome OS, insomma, potrebbe attrarre nuova utenza nel mondo dei netbook allargando ulteriormente un mercato già in forte crescita. Entro l’anno, comunque, giungeranno altre novità sul sistema operativo. Promesso.

La presenza di Chrome OS sul mercato, però, è anche motivo di serio imbarazzo per Schmidt: la concorrenza tra il sistema operativo Google e quello Apple, infatti, pone Schmidt al centro di un serio conflitto di interessi per il quale ha già ricevuto le minacce della FTC. Il CEO Google ne prende atto, ma glissa sul discorso prorogando il momento in cui verranno prese decisioni in merito: «parlerò con il team Apple. Al momento, non ci sono problemi». Una volta auto-escluso dal progetto iPhone, Schmidt si è infatti sentito autorizzato a rimanere nel board di Cupertino, ma ora i punti di contatto sono troppi e Chrome è il fulcro della concorrenza con Safari e Mac OS. Schmidt ha inoltre spiegato di essere, in qualità di membro attivo del board, estremamente ben informato sulle condizioni di salute di Steve Jobs, senza però aggiungere dettagli ulteriori.

A proposito di Twitter, Google parla di buoni rapporti ed estremo apprezzamento, ma respinge l’idea di una qualsivoglia forma di concorrenza con i social network. Anzi: secondo Schmidt chi usa di più la rete finisce per usare di più Google, dunque ben venga ogni nuovo traino in grado di portare online l’utenza. Gli argomenti sui quali il CEO rimane maggiormente elusivo sono invece i soliti tasti dolenti: YouTube che non monetizza, Book Search al centro di un caso legale particolarmente insidioso, MySpace con il quale va rinnovato un multimilionario accordo sulla pubblicità.

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