Eni Foundation: un sito, tanti progetti

Il nuovo sito della Eni Foundation è pensato per omologare la comunicazione del cane a sei zampe e per mettere in luce le molte attività avviate nel mondo.
Eni Foundation: un sito, tanti progetti
Il nuovo sito della Eni Foundation è pensato per omologare la comunicazione del cane a sei zampe e per mettere in luce le molte attività avviate nel mondo.

Nel pieno di un’ampia mutazione nel modo di comunicare le proprie attività, evoluzione che porta la comunicazione direttamente a livello di design aziendale, Eni ha inaugurato il nuovo sito Web della propria fondazione. Eni Foundation vede così ora la propria presenza sul Web omologata alle linee ed all’impronta della casa madre, integrando le due anime sotto un’unica veste. Una scelta importante per almeno due motivi.

Anzitutto v’è una scelta comunicativa, che rende perfettamente assonanti il canto del sito corporate e il controcanto del sito della fondazione. La linea di comunione e continuità si fa manifesta fin dal primo impatto, chiarendo dall’utente quale sia la sfera entro cui si sta operando: i colori, i font, le linee e l’intero imprinting richiamano direttamente al volto del cane a sei zampe, il quale opera a livello internazionale tanto nella ricerca, quanto sul mercato, quanto ancora in azioni benefiche che fanno parte della medesima strategia di intervento. Dalla salute alla nutrizione, dall’educazione alla tutela dei diritti fondamentali, sempre sotto medesima bandiera.

In secondo luogo v’è una scelta di merito. Il sito corporate del gruppo Eni è da anni riconosciuto come il migliore in Italia in termini di comunicazione, trasparenza e completezza, raggiungendo anche la terza piazza a livello mondiale nel 2016: ricalcarne le linee non significa soltanto omologare la comunicazione del brand, ma significa altresì livellare verso l’alto la qualità dell’offerta comunicativa disponibile.

Entro il 2030, alla scadenza del termine per i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile promossi dall’Organizzazione mondiale delle nazioni unite, più di 69 milioni di bambini sotto i 5 anni moriranno per “cause prevenibili”. Eni Foundation lavora per impedirlo.

«Angola, Congo, Indonesia, Mozambico e Ghana, continueremo in Myanmar e poi via ancora in altri Paesi di Africa, America Latina, Sud-est asiatico, Medio Oriente»: se sono questi i paesi in cui la fondazione opera, al tempo stesso il messaggio è indirizzato primariamente al mondo occidentale nel quale Eni opera e vi si specchia. Ogni contenuto è disponibile quindi tanto in Italiano quanto in Inglese, mettendo pertanto i vari approfondimenti a disposizione di chiunque voglia seguire le attività della fondazione per comprenderne appieno l’impatto e le potenzialità.

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Obiettivo sostenibilità

430 mila vaccini già somministrati in Congo, oltre 1000 donne congolesi che hanno ricevuto farmaci contro l’HIV, più di 200 bambini operati in Indonesia: ma si tratta soltanto di numeri che descrivono un percorso in itinere. Ben più importante è la visione che viene portata avanti, perché rappresenta un orizzonte che il terzo mondo deve avere in comune con il pianeta intero.

Il nostro obiettivo è fare il bene, la nostra missione è farlo nel migliore dei modi. Crediamo di poterci riuscire.

Domenico Noviello, Presidente Eni Foundation

Si tratta di una visione che la Eni Foundation (nata nel 2006) condivide in modo stretto con le Nazioni Unite. Proprio dall’ONU giungono infatti 17 obiettivi che il mondo deve porsi per indirizzare le battaglie dei prossimi anni: lotta alla povertà e alla fame, investimento in salute e formazione, rispetto dei diritti, sviluppo di energia pulita, disponibilità di acqua potabile, miglioramento delle condizioni di lavoro e riduzione delle disuguaglianze, consumo responsabile, consapevolezza dell’impatto sul clima e altro ancora.

Eni Foundation

Per ognuno di questi ambiti il sito della Fondazione Eni mette in campo i propri progetti e ne illustra i dettagli, così che ne siano chiare le attività e l’impatto a livello internazionale. Gli esempi sono vari: in Ghana le comunità sono state dotate di veicoli per l’assistenza sanitaria ed elettricità; in Congo si è scommesso sui vaccini; in Mozambico si lavora per contrastare la Malaria. Il tutto con impatto su milioni di persone

Problemi complessi, come quelli connessi alla tutela dell’infanzia, richiedono un approccio integrato e proattivo. È così che cerchiamo di sviluppare soluzioni per migliorare la vita dei bambini nei Paesi in cui operiamo. Il nostro modello operativo è integrato: collaboriamo con associazioni non governative, agenzie umanitarie, istituzioni e amministrazioni locali selezionati in base a capacità e competenze ma sosteniamo anche iniziative promosse da altri soggetti purché perseguano scopi di utilità sociale e siano coerenti con i nostri ambiti di intervento. Ed è proattivo, perché progettiamo e realizziamo in autonomia le nostre iniziative.

In qualità di fondazione di impresa, inoltre, la fondazione spiega di voler agire in aderenza a specifici principi:

  • siamo chiari negli obiettivi e nei contenuti;
  • operiamo all’insegna della sostenibilità;
  • i nostri risultati sono misurabili e inseriti all’interno di un modello di controllo gestionale;
  • i nostri interventi sono sempre replicabili in altri contesti.

Il nuovo sito si pone come obiettivo primario la massima capacità di comunicare questo tipo di approccio, questo tipo di attività e questo tipo di responsabilità: a emergere deve essere l’anima del cane a sei zampe, raccontando quelle attività che, spesso adombrate dal frastuono dei mercati, vengono portate avanti in tutto il mondo per fini benefici e in coerenza con le attività dell’azienda.

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