Enel open Fiber continua a correre e mette nel mirino la città di Novara. Il piano è rendere Novara ultraveloce, portando in tutta la città un’infrastruttura in fibra ottica che consenta velocità di connessione fino a 1 Gbps. La convenzione firmata dal sindaco di Novara, Alessandro Canelli, e da Marco Martucci, responsabile Network & Operations per il Nord Italia di Open Fiber, consentirà alla città di beneficiare di una tecnologia innovativa, efficiente e sicura.
Novara è tra le prime città italiane dove Open Fiber intende realizzare la sua infrastruttura di rete in fibra ultraveloce. Il piano di sviluppo dell’azienda prevede la copertura del 50% degli edifici entro luglio 2018 e del 70% entro dicembre 2018. In totale, attraverso circa 150 km di rete, saranno cablate circa 38mila unità immobiliari. Case, condomini, scuole, uffici, aziende e strutture della Pubblica Amministrazione velocizzeranno il processo di digitalizzazione, semplificando e migliorando le relazioni fra cittadini e P.A. e aumentando la produttività e la competitività delle imprese.
La fibra ottica verrà portata in modalità Fiber to the Home (FTTH), in grado di supportare velocità di trasmissione, sia in download che in upload, fino a 1 Gbps (1000 Megabit al secondo), consentendo così il massimo delle performance. Prestazioni non raggiungibili con le reti in rame (ADSL) o fibra/rame (FTTC).
La realizzazione di questa importante infrastruttura per la città di Novara comporterà per Open Fiber un investimento di oltre 16 milioni di euro.
L’accordo firmato consente di sistematizzare le modalità e i tempi di lavoro, oltre alle relative autorizzazioni; regola i rapporti con la Soprintendenza; attribuisce a Open Fiber la gestione e la manutenzione dell’infrastruttura, oltre che la sua realizzazione; impegna la società a stabilire e rispettare standard tecnici e di sicurezza per le proprie ditte appaltatrici in modo da ridurre al massimo i disagi per i cittadini durante i lavori.
Inoltre, la convenzione stabilisce le modalità di scavo e ripristino per la posa della fibra ottica, come previsto dal decreto ministeriale del 2013: gli scavi possono essere effettuati con la tecnica innovativa della “minitricea ridotta”, che comprende anche l’aspirazione del materiale di scarto, riducendo la polvere e il disagio per l’utenza); con la minitrincea tradizionale (una tecnica di scavo a basso impatto ambientale che, grazie alla creazione di trincee di 5 cm di larghezza, consente di abbattere drasticamente tempi e costi delle operazioni di posa); in no-dig (quindi senza ricorrere agli scavi tradizionali a cielo aperto); o la posa della rete aerea. Lo scavo tradizionale, insomma, sarà previsto solo dove non si possa ricorrere a nessuna delle altre soluzioni.
Una volta effettuati i lavori, il ripristino dell’intero manto stradale sarà comunque a carico di Open Fiber, che dovrà rispettare dei tempi tecnici di assestamento del terreno per la posa dell’asfalto definitivo.
Open Fiber utilizzerà ove possibile cavidotti e infrastrutture di rete sotterranee già esistenti per limitare l’impatto degli scavi sul territorio limitando così i disagi per la comunità.