Ecommerce by design: intervista a Luciano Floridi

Il filosofo del linguaggio Luciano Floridi, ospite al Netcomm Forum, parla del rapporto tra filosofia ed ecommerce: la chiave è il design.
Ecommerce by design: intervista a Luciano Floridi
Il filosofo del linguaggio Luciano Floridi, ospite al Netcomm Forum, parla del rapporto tra filosofia ed ecommerce: la chiave è il design.

Cosa ci fa un filosofo del linguaggio al Netcomm Forum?Alla domanda lecita risponde Luciano Floridi, che da Oxford è venuto a Milano per parlare proprio di questo rapporto, filosofico, etico, con il commercio elettronico.

Il dibattito centrale della seconda giornata dell’evento milanese organizzato da Netcomm è stato dedicato alla data revolution come guida per comprendere il cambiamento del mercato. Moderato dal giornalista del Sole24Ore, Enrico Pagliarini, il panel ha insistito su diversi aspetti della pressione che i dati fanno sulle vendite, sulle decisioni, e di conseguenza come questi processi premono sui comportamenti dei clienti, sempre più appetiti dalle aziende. Non è più solo ecommerce, dice questa edizione del forum, e non è neppure solo matematica (algoritmi specialmente), ma è una complessità gigantesca che considera ogni dato prodotto dal consumatore, non solo quando ordina, ma persino quando “pensa” di ordinare, quando il suo comportamento fa predire che potrebbe farlo, e da quel punto è capace di sviluppare tutta la strategia seguente.

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Luciano Floridi da tempo riflette sul consumo di informazione, che tutto sommato è una forma idealtipica di consumo che aiuta a pianificare le azioni culturali necessarie ad evitare il rischio di finire, consapevoli e pure felici, in bolle che deteriorino la nostra libertà (recentemente ha discusso con argomentazioni straordinariamente brillanti di questo tema con Fabio Chiusi). È necessario, secondo il filosofo, «governare gli scollamenti del digitale con il Design». L’ecommerce da questo punto di vista è terreno dove svolgere un’azione scevra dell’idea che si tratti di una scoperta, di una invenzione, ma di una innovazione, accelerante dove si può aggiustare i problemi con l’ingegneria concettuale, che non è l’AI, che forse non esiste, ma l’applicazione di miglioramenti di performance.

Incollare e scollare, ricombinare le cose che il mondo pre-digitale ci aveva insegnato a vedere in blocchi, è una forma di potere: tanto più si lascia ai dati e non alla “politica” delle scelte, tanto più è probabile una diminuzione delle nostre libertà. La visione di Floridi però è positiva: a patto di lasciar perdere i concetti, superati, di online e offline, e cominciare a parlare di onlife.

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