e-Content 2010: cresce l'utenza, non la banda

Il rapporto e-Content 2010 ha evidenziato la tendenziale crescita degli utenti connessi alla rete, dimostrando soprattutto come vi siano sempre più italiani pronti a connettersi ogni singolo giorno. Ma il digital divide rimane, nonostante gli incentivi
e-Content 2010: cresce l'utenza, non la banda
Il rapporto e-Content 2010 ha evidenziato la tendenziale crescita degli utenti connessi alla rete, dimostrando soprattutto come vi siano sempre più italiani pronti a connettersi ogni singolo giorno. Ma il digital divide rimane, nonostante gli incentivi

Il rapporto e-Content 2010, presentato da Confindustria Servizi Innovativi Tecnologici, segnala una significativa crescita del numero di utenti internet in Italia. Le cifre parlano di 33 milioni di italiani connessi (+14.2%) con un utilizzo mensile che raggiunge 23 milioni di individui (+13%) ed un uso quotidiano che si estende ormai a quasi 12 milioni di cittadini (+17%).

«Il profilo dell’utente quotidiano di internet ha un’età prevalentemente compresa tra i 25 e i 54 anni (68% delle persone attive nel giorno medio), ed è principalmente di sesso maschile (57%)». Sarebbe però errato identificare Internet nella popolazione giovane, perchè in Italia è soprattutto la fascia degli over 55 ad aver abbracciato con forza la rete negli ultimi mesi: la crescita relativa è infatti pari al 28%, con punte del 74% per gli over-74. «Le donne sono il 43% degli utenti attivi nel giorno medio, ma solo nelle classi di età più avanzate; la differenza è quasi irrilevante tra i 18 e i 34 anni, mentre tra gli adolescenti (11-17 anni) il divario di genere addirittura si inverte: le adolescenti connesse quotidianamente a internet sono più numerose dei loro coetanei maschi».

Se il digital divide tecnologico si esprime trasversalmente soprattutto tra le realtà cittadine e l’Italia di provincia, il digital divide culturale sembra invece ricalcare pedissequemente l’antica dicotomia nord/sud: gli utenti che accedono quotidianamente al Web nel nord Italia sono infatti il 25% (NE) e il 22% (NO); al Sud la percentuale scende invece 18.4%.

Mentre Confindustria sciorinava i propri dati (i cui segnali di crescita, va ricordato, partono però da una situazione fortemente penalizzante ed a tutt’oggi in grave ritardo rispetto alla media europea), il Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta festeggiava la fine degli incentivi per gli abbonamenti a connessioni a Banda Larga: «Rappresenta un elemento importante per la crescita dell’alfabetizzazione informatica e la riduzione del divario digitale. Il Governo è stato in grado di far compiere al Paese un concreto passo in avanti lungo la strada dell’innovazione e dell’aumento della produttività».

I dati, però, necessitano di una ulteriore rilettura. Un comunicato dell’Osservatorio per la Banda Larga diramato il 25 Giugno 2009 spiegava infatti che l’aumento degli abbonati a connessioni a Banda Larga nel secondo trimestre del 2009 era stato pari a 300 mila unità (in assenza di contributi statali). I 50 euro previsti per i giovani tra i 18 ed i 30 anni, fino ad un ammontare massimo di 20 milioni di euro complessivi, hanno portato ora a 400 mila unità in un bimestre, raddoppiando quindi il ritmo registrato nello stesso periodo del 2009. Al netto della diminuzione che gli abbonamenti potrebbero ora avere in conseguenza dell’interruzione degli incentivi, il cambiamento non è quindi stato in alcun modo radicale (come facilmente prevedibile) e le istituzioni hanno ora tra le mani una matassa ben più complessa da sbrogliare: lo scontro tra Telecom Italia e “2010: Fibra per l’Italia” non accenna ad una risoluzione ed in questa situazione la rete nostrana si trova imbrigliata in una lotta di mercato gravemente deleteria per l’intera economia nazionale.

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