E-commerce in Italia in aumento, boom su iPhone

Cresce l'e-commerce in Italia registrando un +20% rispetto al 2010. Questi i dati dell'Osservatorio eCommerce B2C Netcomm.
Cresce l'e-commerce in Italia registrando un +20% rispetto al 2010. Questi i dati dell'Osservatorio eCommerce B2C Netcomm.
E-commerce in Italia in aumento, boom su iPhone

Nonostante la crisi economica che colpisce anche l’Italia, l’e-commerce nel nostro Paese è cresciuto del 20% rispetto a quanto fatto nel 2010 e ha superato quota 8 miliardi grazie alla vendita dei prodotti online, più che dei servizi. Si acquista tramite PC, ma ormai massicciamente anche da smartphone e soprattutto da iPhone – l’80% di chi acquista via mobile compra tramite melafonino, nonostante l’ampia diffusione di Android.

L’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano ha fotografato la situazione dell’

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. Già nel corso del 2010 le vendite online erano aumentate del 17%, dunque il trend è ancora in crescita e per il terzo anno consecutivo l’Italia pare voler tirar dritto sulla strada dell’innovazione.

Ben 9 milioni di navigatori, ovvero quasi un utente su tre, hanno acquistato online nel 2011 spendendo circa 210 euro in media per ogni prodotto; la spesa annua per utente è pari a 1050 euro, cresciuta dunque rispetto ai 960 euro spesi nel 2010. I servizi preferiti in Italia per gli acquisti sono

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in primis, seguito da Glamoo, Groupalia, LetsBonus, Jumpin, Poinx, Prezzo Felice e il nuovo ingresso Amazon. Fondamentali saranno per il futuro le new entry, come spiega Alessandro Perego, responsabile scientifico Osservatorio B2C Netcomm-Politecnico di Milano:

I nuovi fenomeni sono decisivi nell’accelerazione della crescita dell’e-commerce, sia per il valore assoluto con cui contribuiscono all’aumento del transato (400 milioni di euro circa, pari a quasi un terzo della crescita complessiva) sia per la capacità di portare online nuovi acquirenti.

I settori dell’e-commerce cresciuti maggiormente in quest’anno sono moda (+38%), editoria, musica e audiovisivi (tutti +35%); come sempre vanno benissimo i viaggi (49%), i prodotti di elettronica (10%), abbigliamento (10%), assicurazioni (95), editoria e musica (3%). La percentuale rimanente viene divisa tra generi alimentari e altri servizi quali ad esempio vendite di biglietti online, ricariche telefoniche e via dicendo.

Ha dichiarato Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano:

Oggi più che mai, in un contesto di crisi globale che investe anche il nostro Paese, l’e-commerce non è più un’opportunità, ma diventa un’esigenza inderogabile per le imprese italiane che vogliano seriamente competere sui mercati internazionali.

A proposito di mercati esteri: quello italiano è un sesto di quello inglese (oltre 51 miliardi di euro), un quarto di quello tedesco (34 miliardi) e meno della metà di quello francese (20 miliardi), tuttavia l’e-commerce del nostro Paese è in buono stato di salute. Bene anche l’export, cresciuto e passato da poco più di 1 miliardo di euro del 2010 a quasi 1,4 miliardi nel 2011, così come l’import, che passa dai 2,2 miliardi del 2010 ai 2,5 miliardi del 2011.

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