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Oggi, 9 luglio, è il giorno del blackout dalla rete per i computer infetti dal malware DNSChanger, che l’FBI ha deciso di eliminare definitivamente staccando i server destinatari del dirottamento imposto dall’intruso. Ma non sarà un’apocalisse, come hanno detto alcuni media, più focalizzati sui titoli che sulla sostanza delle cose: la stragrande maggioranza degli italiani neppure se ne accorgerà.
D’altronde un malware vecchio di cinque anni, già ampiamente noto e facilmente rintracciabile ed eliminabile, i cui autori sono già stati arrestati, non poteva rappresentare un pericolo per la connessione Internet dei milioni di naviganti del nostro paese, che è pure uno di quelli più colpiti da DNS Changer. I numeri parlano chiaro: i computer italiani che oggi si troveranno fuori dal Web saranno circa 26 mila, cioè un internauta su mille (o probabilmente ancora meno).
È anche vero che negli ultimi due anni DNS Changer ha mostrato una diffusione ancora sorprendente, com’è possibile vedere nel video presente qui in fondo, tanto ad aver permesso una serie di truffe a ignari utenti in tutto il mondo. Da qui la decisione dell’FBI di staccare la spina ai suoi server – che erano serviti ai PC infetti per bypassare il malware e a permettere una navigazione sicura – impedendo ai computer infetti di navigare, confidando in questa soluzione drastica per dire definitivamente addio al virus.
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Non ci sarà dunque nessun blackout di massa, ma per un piccolo gruppo di persone senza dubbio sarà un brutto lunedì. D’altra parte, si può dire che in un certo senso se lo saranno meritato: sono stati tanti gli inviti a
Per chi fosse arrivato all’ultimo minuto e volesse togliersi il pensiero, basta una visita al sito