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La vicenda giunge dopo mesi di dibattiti: grazie anche ad alcuni gruppi di pressione, come rivenditori di terze parti, si è fatta sempre più strada l’idea che i produttori di device debbano garantire agli utenti il diritto di riparazione, con dei design che non siano ostici da smontare per raggiungere le componenti interne. Apple, come è noto, tende a ridurre al minimo l’intervento dei propri clienti sui device, anche facendo ricorso a viti proprietarie e a complessi strati adesivi.
Secondo quanto riferito dalla testata statunitense, alcuni rappresentanti di Apple e di ComTIA, un’organizzazione che racchiude le principali compagnie tecnologiche, si sarebbero incontrati con i legislatori californiani per dissuaderli dall’approvare specifiche norme sul
Un iPhone è stato portato all’incontro e le componenti interne sono state mostrate ai legislatori. I rappresentanti hanno spiegato che, se il device viene disassemblato in modo non consono, i consumatori che tentano di riparare il loro iPhone si potrebbero ferire, ad esempio bucando la batteria al litio.
Così come sottolinea MacRumors, tuttavia, l’assenza di una norma potrebbe non essere la soluzione corretta per rispondere al problema. Già ora gli utenti di tutto il mondo provvedono autonomamente ad alcune riparazioni per i device, acquistando le componenti online, esponendosi ai medesimi rischi illustrati da Apple. Una specifica legislazione, invece, potrebbe far fiorire il mercato delle riparazioni da esperti, con servizi di terze parti affidabili: una scelta che, come facile intuire, potrebbe addirittura diminuire i gravi rischi per il consumatore. La moltiplicazione dell’offerta sul mercato, infatti, potrebbe convincere sempre più persone ad affidarsi a tecnici anziché provvedere autonomamente.