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Secondo una fonte interna citata dal Wall Street Journal, Google avrebbe detto alla Commissione Europea di aver già rimosso decine di migliaia di link dal suo motore di ricerca, accogliendo circa la metà delle richieste. Il diritto all’oblio incuriosisce molto anche oltreoceano, dove la norma non esiste, per capire come il colosso di Mountain View sta cercando di rispondere a questa inedita pressione.
Il nuovo e tutto europeo "diritto di essere dimenticati" concede la possibilità agli utenti dei motori di ricerca – tra i quali quello di Big G riveste un primato assoluto – di chiedere la rimozione di un collegamento verso informazioni sulla propria persona che si ritengono dannose, incomplete, non aggiornate.
Sembra che durante un
Google osservata speciale
L’azienda californiana è in questo momento un’osservata speciale. Le altre aziende, come
I problemi con le autorità
Secondo il Wsj, questa indiscrezione sui numeri sarebbe stata fatta uscire apposta per ammorbidire le autorità politiche europee, irritate dall’applicazione di Google alla regola che prevede un disclaimer sui siti web oggetto dell’intervento: segnalazione in alcuni casi ha reso possibile identificare la persona che ha effettuato la richiesta, facendo svanire il diritto all’oblio, e permettendo anche la costruzione di siti che
Un tasso del 50% rappresenterebbe, secondo i commentari americani, un compromesso che dovrebbe tranquillizzare tutti: i detrattori del provvedimento, che temono la riduzione delle informazioni in Rete, e i favorevoli, che invece vorrebbero disposizioni ancora più rigide. Google ha spiegato che finora ha respinto il 30% delle richieste, e per un altro 15% ha chiesto maggiori dettagli prima di decidere.
In Francia il record di richieste, in Italia molte meno
Interessante anche vagliare la diversa sensibilità rispetto alla privacy. La fonte anonima catturata da Bruxelles ha svelato che al 18 luglio 2014 Google ha ricevuto 17.500 richieste di rimozione dalla Francia, dalla Germania 16.500 richieste; ci sono paesi con popolazioni simili, come Regno Unito (12.000), Spagna (8.000 richieste) e Italia (soltanto 7.500, cioè diecimila in meno dei francesi) che producono meno richieste di deindicizzazione.