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Nuova battuta d’arresto per il quadro normativo sulla protezione del diritto d’autore in Nuova Zelanda. Il governo del paese ha da poco sospeso il discusso comma 92A della legge, che in alcune circostanze avrebbe obbligato gli Internet Service Provider a precludere l’accesso alla Rete agli utenti accusati di aver scaricato e utilizzato illegalmente materiale coperto da copyright. Stando alle prime informazioni, il passaggio della norma non sarebbe sufficientemente chiaro ed esaustivo, dunque difficilmente applicabile da parte degli ISP.
Il Copyright Amendment Act concepito dai legislatori della Nuova Zelanda prevede una serie di norme per limitare il più possibile il download di materiale coperto da copyright come filmati, file musicali e software. La nuova legge aveva destato scalpore per la presenza nella sezione 92A di alcune disposizioni molto severe, tese a privare gli utenti accusati di aver scaricato illegalmente contenuti online dell’accesso a Internet. Una procedura attivabile anche a scopo cautelativo prima dell’effettivo accertamento delle possibili responsabilità degli utenti e che avrebbe coinvolto in prima istanza gli Internet Service Provider.
La nuove norme sarebbero dovute entrare in vigore durante lo scorso febbraio, ma il governo della Nuova Zelanda decise di posticiparne l’applicazione di un mese, consentendo così agli ISP di redigere un codice di condotta condiviso per applicare la legge in maniera equa e coordinata. Nelle ultime settimane provider e associazioni a tutela del copyright hanno così provato a creare un documento unico, senza però giungere a un risultato soddisfacente a causa delle disposizioni poco chiare della sezione 92A della nuova legge.
«Consentire alla 92A di entrare in vigore nella sua attuale forma non sarebbe appropriato dato l’attuale livello di incertezza sulle sue disposizioni» ha
I tempi per una legge organica e condivisa potrebbero dunque allungarsi sensibilmente, con buona pace degli internauti neozelandesi, che intanto ottengono piena