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Ciò che accade quotidianamente in quel di Cupertino potrebbe differire da quanto percepito dall’opinione pubblica. Sono infatti diverse le leggende che circolano sui processi creativi di Apple e sulla sua dirigenza, molte delle quali si basano sulla più totale mancanza di controprove. È quanto rivela in un intervista Mark Kawano, ex designer di punta della Mela oggi fondatore di StoreHouse. E, al contrario delle dichiarazioni al fulmicotone di recente pubblicate da
Non si può dire che il designer parli senza cognizione di causa: oltre a essere rimasto in Apple per ben 7 anni, è stato a stretto contatto con i personaggi di punta della Mela per realizzare software come Aperture e device come iPhone. In un’intervista per FastCompany, Kawano ne ha approfittato per sfatare quattro miti sull’azienda di Cupertino.
Il primo riguarda proprio il design, più in particolare quel numero di pochi creativi che sarebbe alla base del successo della società. Sebbene non sia citato, il riferimento forse è a
«È in realtà la cultura ingegneristica, e il mondo con cui l’organizzazione è strutturata, ad apprezzare e supportare il design. Tutti pensano all’UX e al design, non solo i designer. Ed è questo che rende migliori i prodotti, più di qualsiasi singolo designer o team di design.»

Mark Kawano
In altre parole, chiunque partecipi alla creazione di un prodotto Apple ha il design come obiettivo ultimo, anche quei dipendenti che con questo ambito non hanno direttamente a che fare. Questo primo mito porta direttamente al secondo, ovvero alla quantità industriale di personale che Apple impiegherebbe sul singolo progetto. Kawano spiega invece come la Mela preferisca i gruppi più ristretti, al massimo di 100 persone, una quantità di teste pensanti ben inferiore rispetto agli standard dei concorrenti. Una simile scelta permette un maggiore focus sull’idea da realizzare, riduce le interferenze e, ovviamente, mette sempre il design al centro.
Un’attenzione al dettaglio che fa da traghetto al terzo mito, ovvero quella della rigidità lavorativa del gruppo. Gli esperti sostengono spesso, infatti, che la Mela segua processi creativi meccanici, prestabiliti, con verifiche rigorose e paletti ben definiti proprio per evitare che anche il più piccolo dettaglio venga trascurato. In realtà, Kawano spiega come le innovazioni più geniali spesso nascono dai momenti di gioco e di svago tra designer e ingegneri. Il tremolio della schermata di
Infine, non può mancare un accenno a
«Pretendeva moltissimo, ma voleva essere anche molto democratico e trattato come tutti gli altri. È stato costantemente in lotta con i suoi ruoli».