Decreto Urbani, proposti gli emendamenti

Con la proposta degli emedamenti in conseguenza dei lavori dell'apposita Commissione istituita per ridiscutere il testo originale, il dl Urbani riprende il proprio iter parlamentare eliminando alcuni degli aspetti che hanno fatto maggiormente discutere
Decreto Urbani, proposti gli emendamenti
Con la proposta degli emedamenti in conseguenza dei lavori dell'apposita Commissione istituita per ridiscutere il testo originale, il dl Urbani riprende il proprio iter parlamentare eliminando alcuni degli aspetti che hanno fatto maggiormente discutere

Gli ingranaggi del noto Decreto Urbani si sono rimessi in movimento. La pausa di riflessione era stata dettata dalle polemiche scatenate in seguito alla presentazione del testo originale della legge: una apposita commissione è stata istituita per ridiscutere i dettagli del problema ed ora, sulla scia dei risultati ottenuti dalla commissione stessa, l’iter parlamentare riparte con la proposta degli emendamenti.

Le modifiche sono volte in particolare ad un ammorbidimento delle sanzioni previste per coloro i quali trasgrediscono alle norme sul copyright (con specifico riferimento allo scambio di materiale protetto tramite la Rete). Secondo il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca, «con questa proposta di emendamento […] è stato onorato l’accordo preso in sede di approvazione del dl Urbani al fine di rendere più equilibrate e più giuste le disposizioni per la lotta alla pirateria informatica».

Con un comunicato ufficiale è lo stesso ministero a spiegare i dettagli degli emendamenti: «Il nuovo testo, oltre a prevedere la sanzione penale grave (reclusione e multa) solo per chi immette in rete contenuti illegali a “fine di lucro”, introduce anche la possibilità di cancellare il reato attraverso il pagamento di una multa (oblazione) nei casi in cui l’immissione in rete di contenuti protetti dal diritto d’autore avvenga per finalità diverse. Pertanto, gli utenti della Rete che, sfruttando la condivisione dei file, utilizzano contenuti digitali protetti non correranno più il rischio di incorrere in pene detentive, ma potranno essere soggetti eventualmente a sanzioni pecuniarie di importo contenuto».

Il nuovo testo prevede inoltre l’adozione di particolari codici «di deontologia e buona condotta» con i quali il Governo prevede di migliorare il proprio rapporto collaborativo con gli operatori del settore (preciso riferimento viene fatto in particolare nei confronti della «promozione di nuovi modelli economici di sfruttamento dei contenuti digitali»).

Lo sblocco della situazione è stato annunciato dal presidente della Commissione Istruzione Pubblica del Senato, on. Franco Asciutti. I lavori erano finora stati portati avanti dalla Commissione interministeriale sui contenuti digitali nell’era di Internet presieduta dall’ing. Paolo Vigevano: con una serie di audizioni tenute tra Settembre e Novembre 2004, la commissione ha approfondito le tematiche inerenti al problema ed ha suggerito le modifiche da apportare al testo originale del decreto.

L’on. Fiorello Cortiana, segretario della 7ª Commissione permanente, ha applaudito agli emendamenti proposti ma ha altresì richiamato all’attenzione la maggioranza, esigendo tempi rapidi per eliminare dalla legislazione una stortura definita dallo stesso Cortiana un «obbrobrio».

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