Decreto Sviluppo, ispirazione Open Data

Il Decreto Sviluppo costringe la Pubblica Amministrazione a pubblicare tutte le spese superiori ai 1000 euro, nel nome e nella direzione dell'Open Data.
Decreto Sviluppo, ispirazione Open Data
Il Decreto Sviluppo costringe la Pubblica Amministrazione a pubblicare tutte le spese superiori ai 1000 euro, nel nome e nella direzione dell'Open Data.

All’interno del Decreto Sviluppo approvato in queste ore dal Consiglio dei Ministri non c’è soltanto l’istituzione della cosiddetta Agenzia per l’Italia Digitale. Un passaggio ulteriore, infatti, guarda alla Rete non soltanto come un meccanismo di ottimizzazione dei costi e di miglioramento delle procedure, ma si ispira al Web anche in funzione di strumento di controllo.

Recita il Decreto Sviluppo sotto la voce “Controllo di cittadini sulla spesa pubblica”:

Dovranno obbligatoriamente essere pubblicati su Internet dati e informazioni relativi alle somme di danaro superiori a 1.000 euro erogate a qualsiasi titolo (forniture, consulenze, sovvenzioni, contributi e incentivi) dalla pubblica amministrazione o soggetto ad essa funzionalmente equiparato (concessionari di servizi pubblici o società a prevalente partecipazione o controllo pubblico) a imprese e altri soggetti economici.

Chi sente profumo di Open Data non si sta sbagliando, ed è lo stesso Governo ad esplicitare l’ispirazione che ha portato all’intervento indicato:

La norma mira a garantire la trasparenza della gestione degli incentivi alle imprese e delle decisioni più importanti che comportano la spesa di denaro pubblico, anche al fine di ottimizzare le politiche pubbliche economiche e industriali per la crescita produttiva. A tal fine la pubblicazione dovrà avvenire con modalità tecniche e formati ispirati all'”open data” che consentano l’esportazione e la ricerca delle informazioni, anche aggregate, e sarà coordinata mediante un regolamento del Governo con le altre norme che già prevedono forme di pubblicità.

La serietà con cui il Governo approccia questo tipo di strategia è ben spiegata nel testo del Decreto Sviluppo, ove sono previste altresì sanzioni per chi non prendesse alla lettera le indicazioni approntate: «La mancata pubblicazione dei dati e delle informazioni rappresenterà un elemento ostativo alle erogazioni degli importi stabiliti dovrà essere rilevata d’ufficio dagli organi dirigenziali e di controllo di ogni ente sotto la propria diretta responsabilità. L’inottemperanza alla norma sarà altresì rilevabile dal destinatario della prevista concessione o attribuzione e da chiunque altro vi abbia interesse, anche ai fini del risarcimento del danno da ritardo  parte dell’amministrazione».

Internet assume pertanto il ruolo di strumento di osservazione e monitoraggio a cui ogni cittadino potrà accedere per il controllo di chi gestisce la pubblica amministrazione. Il limite dei 1000 euro è estremamente severo e costringe pertanto la PA ad un resoconto continuo e puntuale della propria attività. Il Web si trasforma così nello strumento, anche simbolico, con cui gli scandali per le consulenze d’oro si scontrano con il pubblico interesse: Internet diventa l’arma della trasparenza ed il Governo intraprende questa strada per restituire ai cittadini parte del potere che negli anni la politica ha nascosto a proprio vantaggio.

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