Decideranno gli azionisti

I giochi son fatti. Carl Icahn ha ufficializzato il proprio accordo con Microsoft e Microsoft ha ufficializzato la propria apertura nei confronti di chiunque sostituirà Jerry Yang. A questo punto gli azionisti saranno giudici del destino di Yahoo
Decideranno gli azionisti
I giochi son fatti. Carl Icahn ha ufficializzato il proprio accordo con Microsoft e Microsoft ha ufficializzato la propria apertura nei confronti di chiunque sostituirà Jerry Yang. A questo punto gli azionisti saranno giudici del destino di Yahoo

Quel che era stato lasciato chiaramente ad intendere oggi è ormai ufficiale: Microsoft vuole Yahoo, ma fintanto che alla guida di Sunnyvale ci sarà Yang la cosa non si farà. Per questo un nome si è candidato a pilotare la via alternativa, a guidare gli azionisti verso lidi pieni di profumate ed allettanti banconote provenienti da Redmond: Carl Icahn è la soluzione alternativa e Microsoft per la prima volta ufficializza la cosa mettendo ulteriore pressione sul board di Yahoo.

Lo si era capito ormai da tempo: Icahn si è messo tra le parti, si è esposto in prima persona acquistando grandi quantitativi di azioni Yahoo ed infine ha lanciato il proprio appello. La richiesta agli azionisti è quella di scaricare Jerry Yang e di lasciare ad altri la guida del gruppo; la promessa è quella di mediare per un ritorno di Microsoft e della sua generosa offerta per rilevare l’azienda a suon di miliardi. Microsoft finora aveva sempre glissato operando esternamente e senza abbandonare la strada di una cooperazione amichevole con Yang. Ora la rottura è netta e definitiva ed un duplice comunicato (da parte di Icahn prima e di Microsoft poi) ufficializzano l’alleanza che dovrà abbattere l’attuale CEO.

Icahn parla con molta schiettezza: ammette di aver avuto approfonditi colloqui con Steve Ballmer e di averne ricavato una buona impressione. Icahn spiega che la soluzione Microsoft è la migliore per valorizzare al meglio l’azienda e soprattutto per il rendiconto dei singoli azionisti. Icahn pressa senza mezzi termini per la cessione, insomma, ma detta la regola fondamentale: cacciare Yang. Senza questo requisito ogni ulteriore azione non sarà possibile. Duplice l’orizzonte Microsoft: da una parte v’è ancora la possibilità di concordare una cessione in toto dell’azienda; dall’altra vige la possibilità di una cessione parziale del comparto “search” con cifre e dettagli tutti da chiarire.

«La nostra compagnia si sta muovendo verso il precipizio. Stiamo perdendo market share nelle funzioni di ricerca. Il nostro attuale board ha fallito […] È IL MOMENTO DI CAMBIARE». Secondo Icahn se un nuovo board dovesse essere eletto, per prima cosa dovrebbe immediatamente riaprire le trattative con Microsoft. Inoltre dovrebbe quanto prima sostituire Jerry Yang sfiduciandolo per quanto posto in essere negli ultimi mesi e per quanto non è riuscito a fare nella sfida contro Google.

Lasciar Icahn da solo in questo momento sarebbe però stato un errore imperdonabile. Per questo Microsoft ha messo da parte le ultime riserve diplomatiche, ha tagliato definitivamente i ponti con Yang ed ha risposto alla missiva di Icahn appoggiando la sua iniziativa, ufficializzando i contatti tra le parti e rivestendo l’interessato di ogni potere in merito nella sua intercessione presso gli azionisti.

«Nonostante il lavoro compiuto dal 31 gennaio di quest’anno […] non siamo riusciti a raggiungere un accordi su termini accettabili con l’attuale management e Board of Director di Yahoo. Ne abbiamo concluso che non sia possibile raggiungere un accordo con loro. Confermiamo, comunque, che dopo l’elezione degli shareholder Microsoft sarà interessata a discutere con il nuovo board una transazione di Yahoo, sia relativa alla funzione di ricerca con ampie garanzie finanziarie o, in alternativa, acquistando l’intero gruppo».

Secondo Microsoft, insomma, l’unico ostacolo che si frappone sulla strada della fusione tra le due aziende è Yang e il suo entourage. Il CEO Yahoo, da parte sua, ha già rivolto anzitempo la propria estrema lettera per chiedere ulteriore fiducia. Con generosa loquela Yang ha scritto agli azionisti ed ha spiegato per filo e per segno i perchè delle proprie scelte: perchè il patto con Google, perchè il rifiuto a Ballmer, perchè il gruppo è nonostante tutto da considerarsi in linea con i propri obiettivi di lungo periodo.

Microsoft, da parte sua, non fa cifre e non detta i termini. Il comunicato ufficiale esprime pieno rispetto nei confronti degli azionisti del gruppo e consegna loro il diritto/dovere di scegliere del proprio destino: il vecchio board ed un futuro indipendente e rischioso, oppure un nuovo board con un futuro già delineato e sicuramente più accomodante.

Microsoft ringrazia Icahn e ricorda: «Sebbene non sia possibile assicurare una futura transazione, siamo pronti ad entrare in discussione immediatamente dopo il meeting degli azionisti Yahoo se un nuovo board sarà eletto».

Fine dei giochi. Non servono più troppe parole, né troppi giochi di strategia. Microsoft da una parte, Yang dall’altra, Icahn in mezzo a tener vivi e ardenti i rapporti. E poi ci sono gli azionisti. Saranno questi ultimi a dover votare e saranno questi ultimi a dover scegliere eventualmente il proprio rappresentante nel caso in cui optino per la sfiducia di Yang. Quest’ultimo nel tempo sembra essere rimasto progressivamente solo, ha rinviato più volte il meeting, ha trovato il noto accordo-tampone con Google, ma ora sarà costretto a fare i conti con la propria base.

Le votazioni sono già state fissate. Agosto è il mese della svolta e le prossime settimane saranno alla ricerca del voto, una sorta di battaglia in cui ogni singola delega sarà importante per il futuro di una delle aziende più incisive nella storia della rete odierna. In ballo c’è il destino del motore di ricerca, di Yahoo Mail, di Flickr, di Del.icio.us. Lo stesso Yang ha spiegato che tutto ciò, se finisse nelle mani di Microsoft, determinerebbe un potenziale di fuoco senza rivali, consegnando a Redmond una capacità promozionale che anche Google potrebbe invidiare. Si metterebbe poi in discussione anche il comparto della ricerca, nonché l’intera gamma degli esperimenti online nella quale Yahoo gode di speciali elementi di eccellenza, nonché ancora lo stesso futuro della zoppicante Microsoft.

In ballo c’è molto, ed è tutto racchiuso nel più grande accordo mai discusso nella storia della rete. Gli azionisti decideranno per se stessi e per il proprio portafoglio (la sola notizia del patto Microsoft/Icahn ha già fatto schizzare il valore delle azioni di oltre il 10%), perchè è questo che il mercato richiede, ma il pubblico guarderà inevitabilmente con interesse. Estremo interesse. Totale interesse.

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