Dandroids, le prime mascotte di Android

Ecco Dandroids, le prime vere mascotte del sistema operativo Android, sostituite poi in un secondo momento dall'ormai celebre robottino verde Bugdroid.
Dandroids, le prime mascotte di Android
Ecco Dandroids, le prime vere mascotte del sistema operativo Android, sostituite poi in un secondo momento dall'ormai celebre robottino verde Bugdroid.

Oggigiorno tutti associano la figura del simpatico robottino verde Bugdroid al sistema operativo mobile di Google, ma c’è stato un tempo in cui l’immagine rappresentativa della piattaforma era ben diversa. A parlarne è Dan Morrill, ingegnere al lavoro sul progetto Android, con un post pubblicato nelle ore scorse sul social network G+, in cui vengono mostrate quattro mascotte mai viste prima.

Nel lontano 2007, quando il SO oggi equipaggiato su smartphone e tablet non era ancora stato presentato pubblicamente, parte del team di bigG si trovava impegnata nel preparare ogni cosa in vista dell’annuncio fissato per il 5 novembre, data in cui è stato anche rilasciato il primo SDK agli sviluppatori. Tra questi anche Morrill, a cui venne affidato il compito di creare in tutta fretta una mascotte da affiancare alla documentazione: due ore di lavoro con Inkscape lo hanno portato a creare questi quattro robot colorati.

Dandroids, le mascotte originali di Android poi sostituite dal celebre Bugdroid

Dandroids, le mascotte originali di Android poi sostituite dal celebre Bugdroid

All’epoca stavamo preparando il lancio interno dedicato agli sviluppatori, senza avere nessuna immagine da allegare alle slide: ecco come sono nati. I quattro robot hanno avuto il loro momento di celebrità nel nostro team, abbastanza da essere soprannominati Dandroids. Poi Irina Blok ha presentato il suo lavoro: il Bugdroid che tutti oggi conosciamo e amiamo. Facendo un po’ di pulizia nel server NAS li ho ripescati, pensando di condividerli con voi, così che possiate provare un brivido di terrore pensando a quello che sarebbe potuto accadere.

Considerazioni stilistiche a parte, l’aneddoto celato dietro la creazione (e il rapido abbandono) di questi Dandroids mette in luce un aspetto finora rimasto nascosto relativo alla nascita di Android, capace in pochi anni di passare dallo status di progetto segreto gestito da un piccolo team a piattaforma mobile onnipresente, capace di fagocitare la fetta più grande di market share in ambito smartphone e ottenere buoni risultati anche in quello tablet.

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