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«Sono stata insultata e gravemente diffamata, ora voglio giustizia». Con queste parole, Daniela Martani ha annunciato di aver presentato un esposto alla Polizia Postale di Roma per ottenere la cancellazione su Facebook di alcuni commenti ritenuti diffamatori e individuare i responsabili. Divenuta celebre per essersi battuta per la causa dei lavoratori di Alitalia e per la sua partecipazione al reality show "Grande Fratello", la Martani intende mettere a tacere alcuni gruppi nati sul famoso social network contenenti commenti molto pesanti nei suoi riguardi.
«È accaduto all’uscita dalla casa del Grande Fratello. Uso Facebook quotidianamente e mi sono accorta che si erano creati dei gruppi di utenti che mi insultavano con parolacce irripetibili. Non è giusto e quindi ho deciso di reagire» ha dichiarato l’ex hostess nel corso di un’
Stando alle prime dichiarazioni fornite da Antonio Polimeni, legale dell’ex concorrente del Grande Fratello, su segnalazione degli abusi Facebook avrebbe rimosso alcuni gruppi contenenti offese e insulti. Come spesso avviene in questi casi, però, in pochi giorni alcuni utenti hanno attivato nuovi gruppi creati con il medesimo scopo denigratorio. Il legale della Martani ha poi confermato di voler risalire ai singoli autori dei messaggi ostili nei confronti della sua cliente. Un passaggio per nulla semplice non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello giudiziario.
«Facebook potrebbe dare alla polizia gli indirizzi IP degli utenti per risalire alle persone in carne e ossa. Cosa difficile perché Facebook è un’azienda californiana e per ottenere i dati necessari per procedere, occorre una rogatoria internazionale richiesta dall’autorità giudiziaria italiana. D’altra parte, il reato di diffamazione è una cosa seria e la legge per tutelare i diffamati esiste. L’esposto che abbiamo presentato è lecito, ora bisogna applicare la legge» ha dichiarato il legale di Daniela Martani.
Ottenere informazioni concrete sugli autori dei commenti ritenuti diffamatori non sarà comunque semplice. In occasioni altrettanto controverse, come nel