CR7 e la rovesciata ai tempi dei social

Dalla rete di CR7 alla grande Rete: la rovesciata di Ronaldo è uno spot per il calcio e la dimostrazione di come la fruizione di un evento sia cambiata.
CR7 e la rovesciata ai tempi dei social
Dalla rete di CR7 alla grande Rete: la rovesciata di Ronaldo è uno spot per il calcio e la dimostrazione di come la fruizione di un evento sia cambiata.

Certe cose son difficili da pensare, figuriamoci a realizzarle. Ci abbiamo provato un po’ tutti a buttarla dentro in rovesciata, chi riuscendoci e chi meno, sul campetto dell’oratorio o in quello più grande da calcio. Ieri sera l’abbiamo visto fare a un atleta per il quale sono già stati spesi fin troppi (e tutti meritati) elogi.

Una rovesciata…

Un gesto, quello di CR7, destinato ad essere ricordato a lungo. Un momento da incorniciare per uno sport che troppo spesso fa parlare di sé per ben altre questioni e con ben altri toni. La più alta espressione del calcio, sintesi di un movimento perfetto che trasforma la traiettoria di un pallone in arte. E quella curva di tifosi avversari con lo sguardo stranito ad applaudire chi li ha condannati a un tragico epilogo è ciò di cui il calcio oggi ha bisogno. È l’incarnazione del fair play, la dimostrazione concreta che di fronte al Bello non vi sono colori né bandiere.

Anche il mondo online ha fatto del secondo gol di Cristiano Ronaldo rifilato alla Juventus un trend topic, un fulcro attorno al quale discutere e confrontarsi. Sono intervenuti alcuni illustri colleghi come l’inglese Peter Crouch che su Twitter scrive “Solo alcuni di noi possono farlo” o l’immortale Ibra che fresco della sua nuova avventura oltreoceano ai microfoni di ESPN ha punzecchiato il portoghese: “Bel gol, ma prova a farlo da 40 metri”. Il riferimento è ovviamente alla spettacolare rete siglata in nazionale contro l’Inghilterra. Peccato che i vari Pruzzo, Vialli e Bressan non siano sui social.

… ai tempi dei social

La rete di CR7 è anche l’ennesima dimostrazione di come ai tempi dei social e dello streaming il modo di vivere un evento, sia esso sportivo o di altra natura, sia cambiato in modo profondo. Ogni cosa diventa immediatamente fruibile, quasi in tempo reale, catturata in loco dagli spettatori per altri spettatori lontani. Pochi minuti dopo il gol in molti, dallo stadio di Torino, già l’avevano condiviso e reso accessibile a chiunque.

Le distanze si annullano e il concetto stesso di “in diretta” dev’essere rielaborato, rivisto, messo in discussione. Non abbiamo più solo un punto di osservazione su quanto sta accadendo. Svestiamo così della loro ufficialità e autorevolezza le telecamere della TV, che diventano uno dei tanti occhi puntati su un avvenimento. Con tutta probabilità oggi il buon Fantozzi non avrebbe rotto una finestra per chiedere chi ha fatto palo, l’avrebbe appreso da Twitter o da Facebook. L’informazione gli sarebbe stata veicolata da algoritmi e feed, senza bisogno di appendersi a un cornicione. Meglio? Peggio? A ognuno di noi il compito di trarne un giudizio.

Il mondo al contrario

Segnare in rovesciata significa assumersi una responsabilità, staccarsi da terra e guardare per un attimo il mondo al contrario, rischiare la figuraccia e fermare il tempo per un attimo. Lo sogniamo fin da bambini, scartando i pacchetti di figurine con la sagoma di Carlo Parola immortalato nel gesto che l’ha reso celebre. Ieri sera Cristiano Ronaldo, per un momento, ci ha ricordato che il calcio è e può essere una cosa Bella, nell’accezione più alta e nobile dell’aggettivo.

E adesso provateci con FIFA.

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