Coronavirus, iPhone: -60% di vendite in Cina

La diffusione del coronavirus in Cina ha limitato le vendite di smartphone targati Apple: la società subisce un calo del 60%.
Coronavirus, iPhone: -60% di vendite in Cina
La diffusione del coronavirus in Cina ha limitato le vendite di smartphone targati Apple: la società subisce un calo del 60%.

La diffusione del coronavirus 2019-nCoV abbatte la vendita di smartphone Apple in Cina. È quanto dimostrano alcune stime governative apparse sulla stampa statunitense, sebbene dal gruppo di Cupertino non giunga alcuna conferma: a quanto pare, nel mese di febbraio la vendita di iPhone sarebbe calata addirittura del 60%.

La riduzione negli ordini di smartphone targati mela morsicata è più che comprensibile: data l’esplosione dell’epidemia, la maggior parte dei cittadini cinesi è rimasta in casa, evitando di recarsi in negozi e centri commerciali. Ancora, la stessa Apple ha deciso di chiudere momentaneamente alcuni suoi Store, per evitare il rischio di contagio, riaprendoli di recente solo a orari ridotti e con un numero limitato di clienti contemporanei. Si tratta quindi del risultato di una situazione di estrema precarietà, dove gli utenti non sono spinti all’acquisto di prodotti non indispensabili e le società limitano le interazioni con il pubblico.

Dai dati pubblicati da 9to5Mac, si apprende come nel corso del mese di febbraio siano stati meno di 500.000 gli iPhone venduti – 494.000, per la precisione: si tratta di un calo del 60% rispetto agli 1.27 milioni piazzati sul mercato nello stesso periodo di un anno fa.

Apple sembra aver comunque messo in conto il calo, considerando come già da qualche settimana abbia annunciato una revisione per le guidance del trimestre in corso, rispetto alla previsione originale di 63-67 miliardi di dollari. Così come già accennato, oggi la maggior parte degli store cinesi ha riaperto i battenti, seppur con limitazioni, data l’avvio di una fase discendente nei contagi da coronavirus. Gli analisti, tuttavia, non si aspettano una ripresa dei normali consumi a breve, bensì in primavera inoltrata o addirittura a ridosso con l’estate.

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