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Il mondo dell’editoria dalla sua nascita (in conseguenza dell’emergere di una nuova, potente tecnologia: la stampa a caratteri mobili) fino all’avvento di Internet aveva avuto la fortuna di non subire grosse rivoluzioni.
I nuovi media che nel frattempo erano nati (cinema, radio, televisione, ecc.) hanno allargato il raggio d’azione degli editori ma il modo di fare business non ha subito grossi sconvolgimenti: l’editore produce e pubblica contenuti che siano compatibili con i desideri del pubblico. La linea editoriale era lo strumento che serviva come guida per la produzione di contenuti.
Kevin Rose, l’ideatore di Digg, il fenomeno delle news del Web2.0, in
a Technology Review offre un punto di vista diverso come editore al tempo del web. Un punto di vista completamente all’opposto rispetto al “vecchio” modello.
L’editore, spiega Kevin, è colui che si occupa della piattaforma, che fa progredire l’algoritmo in modo che la qualità dei contenuti e dei voti sia più alta possibile ma la “produzione” e il controllo dei contenuti è lasciato totalmente alla comunità.
Non so come questo concetto sia valutato dagli editori, se pensano di ignorarlo, conviverci o sposarlo ma una cosa è sicura, non si tornerà più indietro. Ignorare il fenomeno dei social media può portare gli editori attuali a fare la fine dei discografici, forse è il caso di pensare un po’ di più in termini di Editoria 2.0