Negli anni ’70, il maggiore fornitore di chip per calcolatori era Texas Instruments, e ovviamente tutti basavano i layout delle proprie macchine su quei chip. Tutto filava liscio, almeno fino a quando TI non decise di far lievitare il costo dei suoi prodotti.
A questo punto, Commodore scorge all’orizzonte una giovane realtà, ovvero MOS Tecnology Inc. produttrice proprio in quegli anni di un microprocessore a basso costo, il
Come detto, siamo nel ’76 e Jack Tramiel si fa convincere da Chuck Peddle a prendere seriamente in considerazione la nuova CPU prodotta da MOS. Questo microprocessore, molto semplice nel progetto grazie all’utilizzo di un numero ridotto di transistor, viene venduto a prezzi sensibilmente inferiori ai contemporanei Intel 8080 e Motorola 6800.
Sulla carta, il nuovo PC sarebbe dovuto essere pronto per il Consumer Electronics Show del 1977. Avevano soli sei mesi a disposizione per riuscirci.
E così, proprio in quell’anno vide la luce il
La sigla PET venne mantenuta soltanto per la prima serie, per passare successivamente alla sigla CBM (Commodore Business Machine) per via di una controversia nei confronti di Philips, la quale ne rivendicava il nome.
Il PET 2001-4 aveva a disposizione la CPU ad 1 Mhz, mentre i quantitativi di memoria partivano dai 4 KiB di memoria RAM e 14 KiB di ROM in cui risiedevano il linguaggio BASIC acquistato da Microsoft, e il sistema operativo.
Il PET, nelle sue successive evoluzioni, è stata una macchina dalle potenzialità molto elevate e conobbe una larga diffusione in Europa, attirando un vasto pubblico.
In una delle ultime evoluzioni, venne anche prodotta una serie speciale (denominata SP9000, o anche SuperPET e MicroMainframe), in collaborazione con l’università di Waterloo. Dotato di una seconda CPU, il Motorola 6809, aveva una RAM da 96 KiB e una ROM di 48 KiB. La particolarità di questa versione era la dotazione di interpreti di linguaggi di alto livello, come Fortran o Pascal, presenti in ROM.
Il PET inoltre, fu la base per il successivo sviluppo dei ben più noti