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Eugenio aspetta di insegnarti a leggere un testo, il vecchio Cicero accompagnerà i suoi alunni nel mondo del latino, il panciuto professor Giotto è lì col suo farfallino che attende di spiegare i grandi maestri dell’arte. È il magico mondo di avatar educativi di Cloudschooling, una piattaforma di tutoring che si presenterà al prossimo Salone del Libro.
Quest’anno il
La didattica al passo coi tempi
Il tema di fondo di questa startup è che la didattica spesso non è al passo coi tempi, soprattutto nella comunicazione. Basta provare la demo di
Com’è nato cloudschooling?
Con Cicero, la prima demo che abbiamo portato all’attenzione del MIUR, che ci ha sostenuto per un esperimento nelle scuole. Era il 2011, non c’era ancora la società, soltanto questa idea.
La vostra startup vanta sostegni prestigiosi: oltre al ministero dell’Istruzione, avete collaborato con l’Agenzia Nazionale per l’Autonomia Scolastica, forse però sono gli editori il punto fermo del vostro modello…
Esatto. I nostri tutor sono stati scelti da Loescher e Zanichelli, leader dell’editoria scolastica italiana. Il modello di business, attualmente in questa fase molto iniziale, è licenziare i tutor. Ci comportiamo come un progetto di ricerca applicata, e diamo formazione, assistenza, accesso.
Verrà il momento della produzione di contenuti educativi?
Molto probabile.
Quando si accede al sito, che si trova?
Si può accedere come studente in prova o come componente della classe, e ci sono molti esercizi gratuiti. Noi caricheremo ancora altri esercizi, naturalmente il progetto è di convincere gli editori di scolastica a dare come benefit dei loro prodotti l’accesso a questo tipo di formazione di tutoring in cloud service.
Che rapporto sussiste fra l’attività in classe e quella offerta dalla piattaforma? Dove sta l’aspetto innovativo, nei tutor?
La classe virtuale ha un agile sistema di gestione delle classi e dei gruppi di studenti, e un sistema di reportistica basato sulle competenze, oltre che sulle conoscenze, secondo l’indirizzo ministeriale di questi ultimi anni. In realtà l’elemento davvero innovativo non è la classe, che è un contenitore necessario, ma la famiglia dei tutor della piattaforma. I tutor sono software che guidano passo per passo gli studenti nella risoluzione di specifici compiti (traduzioni dal latino, analisi di testi, esercizi di lingua). L’idea del percorso è già importante di per sé, ma in più i tutor, se lo studente sbaglia, lo aiutano e si ricordano che per lo specifico argomento potrebbe avere bisogno di aiuto nelle domande successive sullo stesso argomento.
La startup sta crescendo?
Oltre ai tre soci adesso abbiamo quattro dipendenti, che diventeranno di più se i nostri investimenti all’estero ci apriranno le porte oltre confine come speriamo. Siamo la classica startup innovativa, registrati presso la camera di commercio.