Chiude Lavabit, il provider mail di Edward Snowden

Lavabit, il provider che gestiva le email di Edward Snowden, chiude i battenti pur di evitare di collaborare con le autorità degli Stati Uniti.
Chiude Lavabit, il provider mail di Edward Snowden
Lavabit, il provider che gestiva le email di Edward Snowden, chiude i battenti pur di evitare di collaborare con le autorità degli Stati Uniti.

Quando ci si trova a gestire la casella di posta di Edward Snowden, alcune cose sono chiare: si sta compiendo un lavoro estremamente particolare, si sta osservando una certa linea di principio e ci si sente il dovere di osservare alcune specifiche linee di comportamento. Lavabit, il provider che fino ad oggi aveva gestito la casella di posta del ragazzo che ha fatto esplodere il caso Datagate, ha deciso di portare fino in fondo la propria missione con coerenza, decidendo per questa ragione di chiudere i battenti ed utilizzare la propria azione come un forte, disperato, segno di protesta. Azione, peraltro, non priva di conseguenze esterne: Silent Circle, altro provider email che promette sicurezza ai propri utenti, ferma l’erogazione dei propri servizi nelle stesse ore e comunica agli utenti la propria decisione con toni estremamente polemici nei confronti delle autorità degli Stati Uniti d’America.

Il nome Lavabit era entrato nell’occhio del ciclone nel momento in cui, dopo l’esplosione dell’affair Datagate, Snowden aveva comunicato alla stampa il proprio indirizzo email personale “edsnowden@lavabit.com”. Nel bel mezzo del dibattito su PRISM e sulle capacità della NSA di introdursi nella casella di posta privata degli utenti, la talpa comunicava il nome del proprio provider in pubblico e la cosa non poteva passare inosservata.

La lettera pubblica con cui il responsabile Ladar Levison ha dichiarato la chiusura dell’operatività del gruppo ha toni duri nei confronti degli Stati Uniti d’America. Levinson spiega anzitutto come non abbia nemmeno la possibilità di spiegare quanto accaduto nelle ultime settimane, poiché un intervento del Senato vieta anche questo tipo di libertà di espressione mettendo così a tacere tutto quel che l’affare NSA emerso dalle rivelazioni di Snowden. La lettera non può dunque spiegare ragioni e modalità di quanto andrà a succedere, ma afferma la fierezza di chi non intende sottostare al diktat di stato ed oppone la propria obiezione di coscienza al volere delle istituzioni.

Voglio raccomandare fortemente chiunque di non affidare i propri dati privati ad una compagnia che abbia sede fisica negli Stati Uniti

Con questa frase si spiega quanto le aziende abbiano le mani legate di fronte alla legge. Ladar Levinson chiarisce che, di fronte al bivio tra diventare un nemico degli Stati Uniti o chiudere la propria attività dopo 10 anni di impegno, sceglie la seconda ipotesi e si defila. In ogni caso non collaborerà, schierandosi così al fianco del proprio “cliente”. Il gesto si fa quindi altisonante: perché quando ci si trova a gestire la casella di posta di Edward Snowden, non si sta compiendo un lavoro qualsiasi.

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