Chip spia cinesi: Supermicro e Amazon con Tim Cook

Anche Supermicro e Amazon si associano alle dichiarazioni di Tim Cook, richiedendo l'immediato ritiro dell'articolo di Bloomberg sui chip spia cinesi.
Chip spia cinesi: Supermicro e Amazon con Tim Cook
Anche Supermicro e Amazon si associano alle dichiarazioni di Tim Cook, richiedendo l'immediato ritiro dell'articolo di Bloomberg sui chip spia cinesi.

Si aggiunge un nuovo tassello all’intricato mosaico dei chip spia cinesi, secondo Bloomberg installati su un numero considerevole di server a stelle e strisce. Nonostante le numerose smentite da parte delle società chiamate in causa, e il recente intervento di Tim Cook, la testata statunitense non sembra aver intenzione di ritrattare o correggere l’indagine. E così giungono non solo le dichiarazioni di Supermicro, il gruppo accusato di aver distribuito schede madri modificate, ma anche di Amazon: tutti sono d’accordo con il CEO di Apple.

La vicenda è ormai ben nota: qualche giorno fa Bloomberg ha pubblicato una lunga inchiesta, svelando l’esistenza di schede madri Supermicro dotate di chip spia cinesi, installate su numerosi server dei big dell’informatica statunitense, tra cui Amazon e Apple. Le aziende chiamate in causa hanno condotto lunghe e dettagliate verifiche – Cupertino addirittura prima della pubblicazione dell’articolo, fornendo anzitempo tutte le risposte ai giornalisti della testata a stelle strisce – senza però rilevare nessuna anomalia hardware. Lo scorso fine settimana, data l’insistenza di Bloomberg nel confermare l’inchiesta, Tim Cook ha rilasciato delle dichiarazioni molto dure in un’intervista per BuzzFeed News, chiedendo che il pezzo venga ritirato o quantomeno corretto.

Oggi Supermicro ha deciso di supportare la società di Cupertino, chiedendo a sua volta il ritiro dell’articolo. È quanto ha specificato Charles Liang, CEO del gruppo, in una nota condivisa con CNBC: secondo il produttore cinese, Bloomberg dovrebbe “agire responsabilmente” e ritirare le “accuse prive di conferma”, considerato come ormai siano moltissime le fonti che hanno sconfessato l’indagine, tra cui alcune istituzionali.

La recente inchiesta di Bloomberg ha generato confusione ingiustificata e preoccupazione nei nostri clienti e ha causato, sia a noi che ai nostri stessi clienti, dei danni. Bloomberg dovrebbe agire responsabilmente e ritirare le accuse infondate relative ad hardware malevolo che sarebbe stato installato sulle nostre schede madri durante la fase di produzione. L’inchiesta sottolinea vi sia un grande numero di schede madri colpite. Bloomberg non ha però mostrato nemmeno una singola scheda madre modificata e noi non abbiamo rilevato alcun hardware anomalo nei nostri prodotti, così come le agenzie governative che ci hanno contattato e nessuno dei nostri clienti.

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Nel frattempo anche Andy Jassy, CEO per Amazon Web Services, ha voluto supportare le dichiarazioni di Tim Cook, con un intervento sulla piattaforma Twitter. Condividendo l’intervista di BuzzFeed al leader della mela morsicata, ha aggiunto:

Tim Cook ha ragione. L’indagine di Bloomberg è sbagliata anche su Amazon. Non hanno fornito nessuna prova, la storia è cambiata di continuo e non hanno dimostrato alcun interesse per le nostre risposte, a meno che non avessimo potuto convalidare le loro teorie. Bloomberg dovrebbe ritrattare.

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