Cerf: ok ai domini orientali, ma senza fretta

Vinton Cerf conferma la disponibilità dell'ICANN al multilinguismo nella registrazione dei domini, ma nel contempo chiede pazienza: il processo di traslazione non ammette errori ed assimilare nuovi caratteri al range attuale impone valutazioni preventive
Cerf: ok ai domini orientali, ma senza fretta
Vinton Cerf conferma la disponibilità dell'ICANN al multilinguismo nella registrazione dei domini, ma nel contempo chiede pazienza: il processo di traslazione non ammette errori ed assimilare nuovi caratteri al range attuale impone valutazioni preventive

Vinton Cerf adopera l’arma della ragionevolezza per respingere le pressioni di quanti, soprattutto dal mondo orientale, ambiscono ad un uso del World Wide Web con domini propri dell’idioma nazionale (ivi compresi i caratteri speciali dei sistemi crittografici cinesi, cirillici o altri ancora). Le pressioni giungono in particolar modo dalla Cina, dove la crescita degli utenti affacciati al web è sempre più consistente mentre l’adozione degli ideogrammi sul web rimane un tabù.

Vinton Cerf è intervenuto all’Internet Governance Forum chiedendo pazienza: l’adozione di caratteri propri di sistemi non latini rappresenta infatti da una parte un obiettivo irrinunciabile e dall’altra un rischio importante per la rete intera. Cerf ricorda come il dominio sia semplicemente un riferimento per raggiungere un sito web e tale riferimento deve per forza di cose essere univoco. Così traduce lettteralmente l’ANSA l’intervento: «tutto ciò potrebbe turbare la stabilità di Internet portando a un crash del sistema di indirizzamento. La lingua è un patrimonio e un orgoglio nazionale, ma i nomi a dominio sono solo dei simboli per trovare i siti». Prima di adottare nuovi caratteri e nuovi sistemi, insomma, ogni eventualità andrà vagliata a fondo ed ogni possibile ambiguità andrà evitata senza margine d’errore.

Cerf richiama tutti ad una più completa cooperazione, ricordando come il ruolo dell’ICANN (ente che rappresenta nelle sue analisi sull’argomento) sia quello di stilare degli standard universali che funzionino in ogni singolo paese e che portino ogni singola situazione nell’alveo di un ordine universalmente valido. Cerf non respinge dunque il multilinguismo, anzi: portare più idiomi sul web significa annoverare strumenti in grado di offrire la massima espressione per vari tipi di cultura.

Cerf spiega chiaramente come il multilinguismo sia propriamente una ricchezza, ma il mezzo non va confuso con il fine ed il percorso di avvicinamento non deve perdere d’occhio quelle che sono le prerogative dello strumento oggi in uso. Cerf spiega che storicamente il web è stato gestito su un range molto ridotto di caratteri e l’estensione a cui si ambisce oggi implica una valutazione preventiva di assoluta importanza. Il cantiere è aperto, ma la fretta è una cattiva abitudine che Cerf allontana con il carisma che gli si è guadagnato negli anni.

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