C'è molta Italia nella task force contro il cybercrime

La European Electronic Crime Task Force nasce dall'impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni con Poste Italiane. L'obiettivo è quello di creare una task force per il controllo delle attività informatiche, unendo in questo sforzo Europa e USA
C'è molta Italia nella task force contro il cybercrime
La European Electronic Crime Task Force nasce dall'impegno della Polizia Postale e delle Comunicazioni con Poste Italiane. L'obiettivo è quello di creare una task force per il controllo delle attività informatiche, unendo in questo sforzo Europa e USA

L’annuncio giunge tramite il sito della Polizia di Stato a seguito dell’avvenuta firma presso il Viminale: «Nasce a Roma la centrale operativa per la lotta al cyber-crime in tutta Europa. Prevenire furti d’identità digitale, attacchi alle istituzioni e qualsiasi altro tipo di crimine informatico è l’obiettivo di una nuova task force europea istituita oggi, a Roma, con la firma di un protocollo d’intesa tra il capo della Polizia, Antonio Manganelli, l’amministratore delegato di Poste italiane Massimo Sarmi e il direttore del Secret service statunitense Mark Sullivan».

«Un altro importante passo compiuto con particolare riferimento alla sicurezza delle infrastrutture finanziarie»: Antonio Manganelli palude così l’iniziativa sottolineando come la “Electronic Crime Task Force” (ECTF) sia un progetto voluto e cercato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, nonché da Poste Italiane. Il tutto, peraltro, a pochi giorni dalla presentazione del Cnaipic. L’obiettivo evidente è quello di unire le forze affinché l’UE possa svolgere un lavoro congiunto di prevenzione al crimine informatico: «Lo scopo principale del gruppo di lavoro è quello di definire nuove tecniche e strumenti per la prevenzione, rilevazione, contrasto e investigazione di questi crimini, in Europa e nel mondo. E vista la globalità della minaccia informatica il nuovo centro è aperto alla partecipazione di altri Paesi europei e di partner, privati o istituzionali, che condividano l’impegno per la lotta ai reati informatici».

E l’operatività non si estenderà solo al vecchio continente: una intesa tra Italia e Stati Uniti permetterà di condividere dati e risorse tra i due continenti, rendendo così ancor più pervasiva ed approfondita l’opera di controllo: «La dimensione internazionale del fenomeno non può prescindere dalla sinergia con organismi internazionali quali il Secret Service che annovera una lunga esperienza nella lotta alle frodi finanziarie». La US Secret Service è attiva negli Stati Uniti fin dal 1865. Ai tempi indagava sul Ku Klux Klan e già dagli anni ’80 del secolo successivo i controlli hanno iniziato a considerare l’ambito informatico. Nel 2008 si parla di cybercrime, nel 2009 c’è la stretta di mano con l’ente italiano.

Il baricentro operativo della Electronic Crime Task Force sarà nel gruppo postale italiano «che negli ultimi anni grazie alla sua esperienza è riuscita a ritagliarsi un ruolo di primo piano, a livello mondiale, nel cyber-crime». Ne riconosce il ruolo anche il Wall Street Journal, dalle cui pagine si spiega come il gruppo non operi più soltanto nella tradizionale consegna della posta, ma che abbia oggi una posizione propria ed autorevole nel mondo della sicurezza informatica. Massimo Sarni, amministratore delegato Poste Italiane, spiega l’assoluta necessità di una navigazione sicura per gli utenti e la conseguente funzione strategica dell’iniziativa posta in essere: «diamo impulso alla creazione di una istituzione mondiale di eccellenza al servizio di tutti; è primo spazio di condivisione di informazioni e competenze di tutti gli attori coinvolti a contrastare il cyber-crime».

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