Casa Bianca: Tim Cook difende la privacy

Al recente summit con gli ufficiali della Casa Bianca, Tim Cook ha ribadito la difesa della privacy per gli utenti: nessuna backdoor nei prodotti Apple.
Casa Bianca: Tim Cook difende la privacy
Al recente summit con gli ufficiali della Casa Bianca, Tim Cook ha ribadito la difesa della privacy per gli utenti: nessuna backdoor nei prodotti Apple.

Tim Cook continua a proteggere la privacy degli utenti e a difendere il livello di crittografia inserito in iOS. Sarebbe questo, in poche parole, l’esito del summit tra i rappresentanti della Casa Bianca e i big della Silicon Valley, a seguito di un già annunciato incontro sulle strategie da implementare per limitare il fenomeno del terrorismo online.

Il summit, organizzato dai rappresentanti della Casa Bianca nella località californiana di San Jose, ha visto i grandi dell’informatica statunitense discutere attorno ai temi della privacy e della sicurezza, a seguito dei recenti attacchi terroristici di Parigi e San Bernardino, nonché alla crescita dell’utilizzo delle nuove tecnologie da parte di gruppi di matrice terroristica. Secondo quanto reso noto da The Intercept, durante l’incontro Tim Cook avrebbe ribadito le sue posizioni sulla crittografia dei sistemi operativi mobile, negando la possibilità di una backdoor governativa. Secondo Cook, così come già ribadito in passato, la presenza di una via d’accesso per la sorveglianza istituzionale non farebbe altro che favorire i malintenzionati, poiché inserita una backdoor, questa prima o poi sarà scovata anche da terzi.

Il procuratore generale Loretta Lynch sembra che abbia risposto richiedendo un miglior equilibrio tra la protezione della privacy individuale e la sicurezza nazionale, un fatto che avrebbe trovato d’accordo gli altri ufficiali governativi, poiché deve essere trovato un modo per impedire a criminali e terroristi di utilizzare i servizi dei big dell’informatica per comunicare in relativa sicurezza.

Al momento non sembra siano state avanzate richieste ad Apple, Google e agli altri rappresentanti della Silicon Valley, il summit pare abbia avuto solo carattere conoscitivo, per cercare di comprendere come agire in futuro. Sul fronte della privacy, tuttavia, Cupertino ha espresso ormai da tempo al propria visione: già da iOS 8, infatti, l’azienda ha scelto un sistema di crittografia per le comunicazioni che non è accessibile nemmeno dalla stessa Apple, anche su mandato delle autorità. In più di un’occasione Tim Cook ha ribadito come il trade off moderno non possa essere tra riservatezza e sicurezza nazionale, ma aziende e governo dovrebbero impegnarsi a garantire entrambi, trovando altri modi per stanare i malintenzionati senza ridurre il diritto alla privacy dei comuni cittadini.

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