Cambridge Analytica, lo scandalo si allarga ancora

Lo scandalo Cambridge Analytica continua ad allargarsi; secondo una ex dipendente della società, gli utenti coinvolti sarebbero molto di più di 87 milioni.
Cambridge Analytica, lo scandalo si allarga ancora
Lo scandalo Cambridge Analytica continua ad allargarsi; secondo una ex dipendente della società, gli utenti coinvolti sarebbero molto di più di 87 milioni.

Gli utenti di Facebook interessati dallo scandalo di Cambridge Analytica potrebbero essere molto di più di 87 milioni. Secondo una ex dipendente di questa società, Brittany Kaiser, infatti, Cambridge Analytica e i suoi partner avrebbero utilizzato questionari collegati a Facebook oggi ancora non noti per ottenere i dati degli utenti. Brittany Kaiser avrebbe rivelato queste preziose informazioni durante un’audizione presso il Parlamento britannico.

Kaiser, che ha lavorato nel business team della casa madre di Cambridge Analytica fino a gennaio di quest’anno, ha affermato di essere a conoscenza di una vasta gamma di sondaggi utilizzati dalla società e dai suoi partner per raccogliere le informazioni degli iscritti al social network. Per Kaiser, dunque, il numero di utenti coinvolti potrebbe crescere sensibilmente. Nella sua dichiarazione, l’ex dipendente di Cambridge Analytica ha evidenziato che la società avrebbe utilizzato anche il quiz “sex compass” per ottenere i dati degli utenti. Quiz che ufficialmente era stato pensato per scoprire le preferenze personali nel privato. Ma questo quiz non sarebbe l’unico utilizzato perché, secondo Kaiser, ne sarebbe stato utilizzato almeno un altro incentrato, questa volta, sulle preferenze musicali.

Lo scandalo di Cambridge Analytica sembrerebbe allargarsi nuovamente e raggiungere livelli ancora più gravi. Tuttavia, le dichiarazioni di Brittany Kaiser devono essere valutate con attenzione come evidenzia Facebook al The Guardian. Per capire, infatti, l’eventuale abuso di queste app è prima importante capire cosa fosse scritto nei loro termini e condizioni d’utilizzo.

Il social network ha comunque ribadito di stare analizzando con attenzione tutte le app che hanno avuto accesso ad una massa importante di dati prima che la piattaforma, nel 2014, adottasse alcune importanti modifiche alla gestione dei dati.

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