Blogger in missione diplomatica per il Dipartimento di Stato USA

Blogger in missione diplomatica per il Dipartimento di Stato USA

Il blog e i bloggers ora dimostrano di entrare a pieno titolo in un altro settore importante della società: la diplomazia. Il Dipartimento di Stato Americano, infatti, ha deciso di "sguinzagliare" in giro per il web nove blogger che avranno il compito di correggere le mistificazioni che vari siti arabi pubblicano, a danno degli USA.

L’idea nasce dalla constatazione che buona parte della "guerra santa" viene portata avanti, soprattutto sul piano della diffusione dell’ideologia, attraverso internet. I blogger statunitensi non avranno certo il compito di "infiltrarsi" in blog di fanatici terroristi per lasciare commenti filoamericani, il che sarebbe ovviamente inutile e forse pure controproducente.

Lo scopo dell’iniziativa è lasciare commenti e frequentare forum di arabi moderati, nei quali tuttavia spesso si leggono rappresentazioni dei fatti mistificate, tali da mettere in cattiva luce gli Stati Uniti d’America e quindi fomentare antipatia ed astio che poi, facilmente, possono trasformarsi in odio. I bloggers coinvolti sono nove, ciascuno esperto di un particolare dialetto arabo.

Personalmente non voglio entrare sul piano politico della questione, che qui non ci interessa. Ciò che voglio sottolineare è come il blog, nato come diario personale aperto al mondo, stia dimostrando di essere uno strumento di comunicazione potentissimo e applicabile a moltissime realtà.

L’abbiamo visto, ad esempio, con il corporate blogging che ha premiato le aziende che l’hanno adottato in modo serio e sincero. Queste società hanno mostrato il proprio volto umano agli utenti e hanno instaurato con essi un rapporto diretto ed immediato. Basti pensare al bellissimo caso, tutto italiano, di

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nel cui blog l’amministratore delegato in persona aveva stabilito un contatto diretto e continuo con gli appassionati.

Ora vediamo che anche le istituzioni, almeno quella americana, hanno colto il segnale importante proveniente dalla blogosfera. Si pensi al blog "

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" aperto dal Dipartimento di Stato USA con lo scopo di trasmettere al lettore il volto umano delle attività e dello staff che ruota attorno al Segretario di Stato Rice.

Il caso di Dipnote è però un successo solo a metà. Al suo interno troviamo infatti, mescolati a post effettivamente coerenti col concetto di blog e il linguaggio ad esso legato, altri post che sono invece veri e propri comunicati stampa copiati e incollati che poco hanno a che fare con l’idea di blog.

In ogni caso questi tentativi, queste sperimentazioni, non sono altro che i primi approcci di soggetti tradizionalmente legati a forme di comunicazioni formali e istituzionali, in un mondo nuovo e per loro sconosciuto. Il solo fatto che essi sentano l’esigenza di compiere questo passo, dimostra ancora una volta la potenza del mezzo e che in futuro dovremo aspettarci sempre più partecipazione degli utenti alla vita quotidiana di istituzioni e aziende private.

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