Blog, tutti daccordo sui link anti-spam

Entro pochi giorni i principali motori di ricerca indicizzeranno in modo particolare i link contenenti il tag rel='nofollow': l'adozione del tag impedirà agli spam di trarre giovamento dalla propria attività, depurando i blog da link parassiti
Blog, tutti daccordo sui link anti-spam
Entro pochi giorni i principali motori di ricerca indicizzeranno in modo particolare i link contenenti il tag rel='nofollow': l'adozione del tag impedirà agli spam di trarre giovamento dalla propria attività, depurando i blog da link parassiti

Da oggi esiste una nuova possibilità di dialogo tra chi gestisce un proprio blog ed i maggiori motori di ricerca: il tag “nofollow”. La proposta arriva direttamente da un team Google preoccupato per la possibile erosione di affidabilità del proprio PageRank, ma il consenso è subito esteso e l’adozione del provvedimento avverrà all’unisono per i maggiori strumenti di ricerca quali Google, Yahoo ed MSN Search.

Il problema a cui si intende ovviare è quello degli spammer che tendono a disseminare i blog di commenti aventi collegamenti ideati appositamente per far crescere il PageRank dei siti a cui avviene il link: tramite l’uso di appositi commenti (Google spiega il tutto usando l’esemplificativo url) è infatti possibile manipolare il valore della pagina nel database Google, veicolando così le ricerche con pratiche poco corrette e sicuramente deleterie per la corretta restituzione dei risultati da parte dei motori.

Il nuovo tag interverrà sui link nel seguente modo:

Esempio
diventa
Esempio

Il motore di ricerca, notando il tag, ignorerà convenzionalmente il link. Se dunque l’uso di “nofollow” «non costituisce un voto negativo per il sito», specifica il gruppo Google per voce dei responsabili Matt Cutts e Jason Shellen, il link non potrà se non altro divenire strumento di spam per eventuali malintenzionati. L’uso del tag è dunque un toccasana per i motori di ricerca ed al tempo stesso un espediente che i blogger possono utilizzare per salvaguardare i propri spazi da utenti poco interessanti al blog in sé.

Con un apposito intervento il team Google (dal quale l’idea è nata) opera infine ulteriori distinguo indicando come il tag possa essere usato solo in taluni casi e non solo sulla piattaforma blog. La forza del consenso tra i principali motori è il primo importante motivo che lascia ipotizzare come l’uso del tag “nofollow” diverrà in tempi brevi un vero e proprio standard.

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