BEAM: modulo abitativo gonfiabile NASA sulla ISS

Si è conclusa con successo l'installazione del modulo abitativo gonfiabile BEAM sulla Stazione Spaziale Internazionale, dove rimarrà per due anni.
BEAM: modulo abitativo gonfiabile NASA sulla ISS
Si è conclusa con successo l'installazione del modulo abitativo gonfiabile BEAM sulla Stazione Spaziale Internazionale, dove rimarrà per due anni.

Il programma BEAM (Bigelow Expandable Activity Module) annunciato dalla NASA nei mesi scorsi è arrivato a concretizzarsi in un primo esperimento portato a termine con successo nella giornata di sabato sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il progetto mira a realizzare e testare moduli abitativi gonfiabili da impiegare in caso di necessità, soprattutto in vista di missioni future come quelle che porteranno l’uomo su Marte.

Il filmato visibile in streaming di seguito è stato montato con la tecnica del time lapse, ovvero accelerandone la riproduzione: poco più di 20 secondi riassumono infatti un’operazione durata in realtà oltre sette ore. L’astronauta Jeff Williams, coordinato con un team sulla Terra, ha aperto 25 volte una valvola per iniettare aria all’interno del modulo, trasformandolo da un elemento dalla forma quasi piatta ad una sorta di sfera in grado di ospitare all’occorrenza personale, equipaggiamento e attrezzatura. Il risultato è suggestivo, soprattutto se si pensa che non si tratta di un render, ma di un video catturato da un obiettivo posizionato a 400 Km di distanza dal nostro pianeta.

Questo breve video time lapse mostra l’espansione completa del Bigelow Aerospace BEAM, dall’inizio alla fine. La pressurizzazione è avvenuta sabato 28 aprile. BEAM è stato installato il 16 aprile sul modulo Tranquillity dopo il trasporto a bordo del veicolo SpaceX Dragon.

Il primo test del 26 maggio non era andato a buon fine, in quanto durante il processo di espansione il modulo ha incontrato una resistenza superiore a quanto previsto. Ora BEAM rimarrà attaccato alla ISS per due anni e al suo interno verranno condotte sperimentazioni. Gli astronauti vi entreranno, ma solo ogni tre o quattro mesi, per raccogliere informazioni utili a capire se la struttura può garantire una sufficiente e adeguata protezione dalle radiazioni solari, dai detriti che vagano nello spazio e alle temperature estreme.

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