Bankitalia e la bufala delle monete scritturali

Banca d'Italia ha dovuto emanare un avviso sulla pratica dello stamparsi simil-euro da soli: basata su teorie alternative, sta prendendo piede online.
Bankitalia e la bufala delle monete scritturali
Banca d'Italia ha dovuto emanare un avviso sulla pratica dello stamparsi simil-euro da soli: basata su teorie alternative, sta prendendo piede online.

Ci sono persone in Italia che pensano di poter battere da soli moneta e di usarla per pagare debiti e impegni di pagamento. Ci sarebbe da sorridere e basta, se non fosse che questa idea deve aver decisamente preso piede, visto che Bankitalia si è scomodata con un avviso: per la seconda volta dopo la famosa questione del signoraggio, l’istituto deve parlare direttamente ai cittadini per chiarire i termini di una teoria bizzarra che alimenta una bufala.

Un avviso della Banca d’Italia (pdf) invita i cittadini a non credere alla tesi secondo la quale le persone, in buona sostanza, possano stamparsi monete complementari di valore parificato 1:1 con l’euro. Peccato però che il linguaggio dell’istituto sia un esempio straordinario di burocratese, dove tra molte virgolette si parla della «teoria della creazione autonoma di moneta scritturale, che traendo spunto dalla concezione di proprietà collettiva della moneta, giunge ad affermare la possibilità per ogni singolo cittadino di creare in via autonoma moneta “scritturale” attraverso proprie registrazioni contabili». Non aiuta a capirci granché, a una prima occhiata, ma alla fine si comprende.

L’aspetto clamoroso della vicenda, non è però che girino bufale che sono l’equivalente finanziario delle teorie no-vax, ma che si citi apertamente la Rete. Bankitalia insomma punta il dito contro i siti promotori di varie teorie che avrebbero bisogno, in effetti, di un bel debunking:

Alcuni sostenitori di queste idee, attivi sul web, mettono a disposizione specifici moduli da utilizzare per la creazione degli “euro scritturali” e per la comunicazione del presunto pagamento da indirizzare ai soggetti creditori (banche, finanziarie, Fisco, enti pubblici, enti fornitori, ecc.) e, per conoscenza, alla Banca d’Italia.

La moneta scritturale

Capito bene? Si creano la loro moneta, e poi dicono “ti pago così”. Mica usano quella stampata dalla Banca Centrale. No, ne usano una loro perché la BCE, si sa, è cattiva. Peccato però che nessuno può obbligare chiunque altro ad accettare per un pagamento una valuta che non sia quella avente corso legale nello Stato:

Il meccanismo di creazione di moneta scritturale da parte del singolo cittadino intenderebbe replicare la cosiddetta moneta bancaria o scritturale, termine con il quale si indica l’insieme degli strumenti gestiti e organizzati dalle banche e dagli altri soggetti abilitati a prestare servizi di pagamento: assegni, bonifici, addebiti diretti, carte.

Precisa ulteriormente la Banca d’Italia:

Quando si parla di moneta cosiddetta bancaria o scritturale si indica l’insieme degli strumenti gestiti e organizzati dalle banche e dagli altri intermediari abilitati a prestare servizi di pagamento: gli assegni, i bonifici, gli addebiti diretti, le carte di pagamento. Solo alle banche e agli altri intermediari abilitati alla prestazione di servizi di pagamento – che sono sottoposti per legge alla vigilanza della Banca d’Italia – è consentito prestare questo tipo di servizi utilizzando moneta scritturale con valore legale.

L’avvertimento della Banca d’Italia si chiude con l’invito a non tentare queste vie di creazione autonoma di moneta per il pagamento, a non accettarle, anzi a denunciarle, e a stare molto attenti a cercare di estinguere i propri debiti con queste manovre, emettendo questi euro scritturali. I siti bufalari di queste teorie non mancano – basta una veloce ricerca online – ora non manca la precisazione della Banca d’Italia che non darà alcun seguito a qualsivoglia comunicazione di soggetti che presumono di creare e utilizzare moneta scritturale, anzi, valuterà possibili iniziative legali contro possibili “effetti destabilizzanti” nei confronti dell’ordine pubblico economico.

Dopo i vaccini, la moneta. Cosa ci aspetta?

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