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La blockchain inizia a farsi largo anche all’interno delle banche italiane. ABI, l’associazione bancaria italiana, ha fatto sapere che un primo gruppo di istituti di credito italiani ha iniziato a sperimentare questa tecnologia. Sperimentazione che dopo una prima fase di test sarà allargata ad un numero superiore di banche italiane. Questa prima fase sperimentale sarà coordinata dall’ABI Lab, cioè il laboratorio tecnologico dell’associazione bancaria italiana. I test verteranno, nello specifico, sull’applicazione della blockchain all’interno dei processi interbancari. L’obiettivo finale è verificare la possibilità di ottenere vantaggi derivanti dalla trasparenza e visibilità delle informazioni, dalla maggiore velocità nell’esecuzione delle operazioni e verificare la possibilità di poter effettuare verifiche e scambi direttamente sull’applicazione.
Si ricorda, al riguardo, che la
La sperimentazione della blockchain si concentrerà, prevalentemente, sulla "spunta interbancaria" che verifica la corrispondenza delle attività che interessano a due banche differenti come, per esempio, le operazioni effettuate tra due clienti degli istituti di credito interessati. Quello che ABI intende verificare con questo progetto è se l’applicazione di questa tecnologia riesca a migliorare l’operatività come per esempio individuare le transazioni non corrispondenti tra due banche.
All’interno di questo progetto di sperimentazione rientrano anche gli "Smart Contract", cioè componenti software che incorporano regole di esecuzione, che disciplinano il trasferimento di valore.
Questo progetto riguarderà, inizialmente: Banca Mediolanum, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Sella, BNL – Gruppo BNP Paribas, Banca Popolare di Sondrio, Banco BPM, CheBanca! – Gruppo Mediobanca, Credito Emiliano, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Iccrea Banca, Intesa Sanpaolo, Nexi Banca e Ubi.