Apple non ha infranto alcun brevetto Motorola Mobility, oggi di Google. È questa la sentenza emessa poco fa dalla Corte d’Appello negli Stati Uniti, che ha confermato la precedente decisione dell’International Trade Commission sullo stesso caso. La mela morsicata non ha violato nessuna registrazione, ora nelle mani di Big G, per la creazione del suo primo iPhone e di tutti i modelli successivi.
Motorola ha trascinato Apple in aula nel 2010, accusandola di aver violato sei brevetti sulle comunicazioni cellulari e sulla creazione di smartphone, tra cui una tecnologia per la riduzione del rumore di fondo e i sensori di prossimità, quelli pensati per disattivare lo schermo touchscreen quando l’utente avvicina l’apparecchio all’orecchio. Lo scorso aprile l’International Trade Commission ha sentenziato a favore di Cupertino, ritenendola innocente ed estranea da ogni accusa. Google ha voluto ricorrere in appello, senza però alcun successo.
Il leader dei motori di ricerca, così come anche padre del diffusissimo Android, ha ereditato questa causa dall’acquisizione di Motorola Mobility nel 2012, costata 12,5 miliardi di dollari. In un primo momento si è pensato che il gruppo non fosse interessato a rinnovare il contenzioso legale una volta emessa la prima sentenza, anche perché le probabilità di vittoria apparivano risicate, eppure ha comunque voluto vagliare il parere della Corte d’Appello, chiamata negli USA la Court of Appeals for the Federal Circuit.
Il dispositivo della sentenza, già disponibile per la consultazione online, definisce le accuse di Motorola come “inconsistenti”, comprese le nuove motivazioni addotte durante questa seconda tornata di processo. L’unico favore – se così si può definire – concesso al competitor di Apple è il pagamento congiunto delle spese legali: «Each side shall bear its own costs», si legge, ogni parte dovrà coprire i propri costi. La Mela esce quindi di nuovo vittoriosa da una delle tante cause legali che l’ha vista coinvolta negli ultimi 7 anni, da quando ha deciso di combattere a suon di processi la concorrenza Android, per quella “guerra termonucleare” voluta da Steve Jobs. Tra le vittorie più importanti, con più di 1 milione di dollari comminati agli avversari, quella con il rivale Samsung.