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In occasione del tradizionale incontro con gli investitori Apple, Tim Cook ha ribadito quali siano i compiti principali a cui vorrebbe assolvere in qualità di CEO dell’azienda. E, come già spiegato in passato, fra questi vi è anche la volontà di formare gli amministratori delegati del futuro, affinché possano prendere le redini del gruppo senza intoppi di transizione. Cook non sembra ovviamente intenzionato a lasciare il suo ruolo di CEO a breve, non si può quindi escludere il passaggio di consegne avvenga fra diversi anni, ma le sue dichiarazioni hanno già alimentato un certo chiacchiericcio sulla stampa specializzata: chi sarà il suo successore?
Identificare il dirigente che prenderà le redini di Apple, quando
deciderà di lasciare la sua posizione, non è oggi attività semplice. Molti sono infatti i papabili candidati, tutti con qualità ottime per traghettare il gruppo di Cupertino verso una nuova era. Ad esempio, di recente è emerso il nome di
, tanto che l’indiscrezione è rimbalzata da un angolo all’altro del Pianeta, sebbene la dirigente abbia smentito categoricamente questa ipotesi, definendola una “fake news”.
In pole position potrebbero esservi Eddy Cue, oggi a capo dei servizi del gruppo, il vicepresidente del marketing Phil Schiller e la guida della divisione hardware Dan Riccio. Seguono il CFO Luca Maestri, il COO Jeff Williams, la già citata Angela Ahrendts e Craig Federighi, vicepresidente della divisione software. Quest’ultimo nome si rivela particolarmente interessante, poiché negli ultimi anni
è riuscito a conquistare non solo un’estrema fiducia da parte della dirigenza di Cupertino, ma anche del pubblico e dei consumatori. Merito dei vari eventi annuali che Apple organizza, dove Federighi ha ottenuto sempre più spazio grazie alla sua ironia e alla capacità di comunicare con il pubblico in un modo familiare, immediato e facilmente comprensibile.
Dalla rosa rimarrebbe invece escluso
, il designer di punta di Apple nonché il fautore dell’estetica dei più iconici prodotti Apple degli ultimi 20 anni. L’esperto, reduce dal suo impegno per il rinnovamento del retail e per il nuovo campus di Cupertino, non avrebbe infatti manifestato l’intenzione di assumere il ruolo di CEO, preferendo invece dedicarsi proprio al design industriale, la sua vera passione.