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Apple è la prima azienda tecnologica a sottoscrivere il codice di condotta di FLA, la "The Fair Labor Association", per monitorare e migliorare le condizioni del lavoro estero, soprattutto nelle economie emergenti. Un ottimo segnale da Cupertino, a seguito delle numerose polemiche che hanno coinvolto alcune fabbriche partner nei distretti produttivi cinesi.
Grazie a questa nuova partnership, dove Apple apparirà come "Partecipating Company", la FLA si prenderà in carico l’onere di controllare la catena di fornitura Apple nei paesi asiatici e del sud del mondo, assicurandosi l’assenza di sfruttamento dei lavoratori, l’implementazione di condizioni di vita in fabbrica dignitose, orari compatibili con le esigenze di ogni umano e salari adeguati ai vari ruoli.
In occasione di questa importante iniziativa, Apple ha anche diffuso il "Supplier Responsability Progress Report" che, oltre a evidenziare in maniera trasparente quali siano i 156 fornitori della Mela sparsi in tutto il globo, pone l’accento sui progressi che devono ancora essere raggiunti in tema di sfruttamento del lavoro. A seguito dei suicidi e delle polemiche sull’impiego di minori nelle catene produttive, lo scorso anno Apple si è impegnata in un’etica del business più consapevole. Nel corso del 2011 lo sfruttamento di minori in Asia è diminuito, ma ancora persistono orari di fabbrica sfiancanti: la media per i fornitori asiatici è di 60 ore a settimana per operaio.
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