Una notizia singolare proviene da Cupertino e, almeno per questa volta, non riguarda indiscrezioni sul futuro iPad o su un iPhone delle meraviglie. Così come già fatto in passato, Apple ha voluto ribadire il suo supporto al matrimonio omosessuale, unendosi a un gruppo di pressione affinché la Corte Suprema degli Stati Uniti legittimi le unioni dello stesso sesso in tutta la nazione.
Durante il recente discorso di insediamento per il suo secondo mandato, il Presidente Barack Obama ha voluto spendere parole incoraggianti per gli
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a stelle strisce, non solo dichiarando di non poter impedire il loro amore, ma anche promettendo un intervento diretto alla Corte Suprema. Così si è spontaneamente formato un gruppo di pressione fatto di noti marchi nordamericani, tra cui proprio Apple.
Queste aziende – Bloomberg parla di una dozzina di multinazionali – sostengono che il divieto al matrimonio omosessuale generi effetti funesti in ambito lavorativo. Non solo perché non permette di mantenere alto l’umore dei dipendenti, sviliti dalla loro esistenza extra-lavorativa non riconosciuta dalle istituzioni, ma anche perché renderebbe le operazioni di recruitment assai difficili. Senza la giusta tutela legale, continuerà a esserci discriminazione, i veri talenti continueranno a non emergere per paura e le aziende rischiaranno, così, di non potersi pregiare dei migliori lavoratori sulla piazza.
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da sempre supporta i diritti della
comunità LGBT, tanto da essere stata una delle prime società ad aver scelto di partecipare alla campagna
It Gets Better contro il bullismo omofobico, con un video toccante riportato qui in calce. Nel 2008, inoltre, la Mela ha deciso di donare 100.000 dollari alla campagna per l’abolizione della
Proposition 8, la legge che ha temporaneamente inibito le nozze gay sul territorio della California.
Pare che oltre 60 altre aziende siano pronte ad aggiungersi a
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in questa battaglia per convincere la Corte Suprema, fra i nomi più blasonati si vociferano Morgan Stanley, Facebook, Intel, Abercrombie & Fitch, EBay, Qualcomm, Panasonic e molti altri. La Corte sarà chiamata a esprimersi in due occasioni differenti, il 26 e il 27 marzo prossimi, e chissà che per quella data Apple non lanci delle iniziative ad hoc per manifestare il suo punto di vista.
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