[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
si oppone alla nuova normativa russa, firmata oggi dal Presidente
Vladimir Putin, che obbliga i produttori di device a caricare software locale sui dispositivi prima della vendita. Una posizione che il gruppo di Cupertino ritiene pari al
jailbreak e che potrebbe comportare gravi problemi di sicurezza per gli utenti.
Così come già noto, le autorità russe hanno approvato una
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che impone ai produttori di device esteri – non solo Apple, di conseguenza – di inserire del
software locale sui device. Per poter vendere smartphone, tablet e altri dispositivi all’interno del territorio russo, di conseguenza, il sistema operativo dovrà essere modificato affinché accolga di default alcune applicazioni, probabilmente indicate a livello governativo.
Secondo quanto riferito da alcune fonti statunitensi, un portavoce anonimo di Apple avrebbe espresso estremo malcontento per questa decisione, anche perché le società tecnologiche non sarebbero state preventivamente consultate dal governo di Putin. Il rischio è quello di minare alla privacy degli utenti, con dei software che potrebbero spiarli:
L’obbligo di aggiungere applicazioni di terze parti all’ecosistema Apple è equivalente al jailbreak. Pone un problema di sicurezza e una compagnia non può tollerare questo tipo di rischio.
Secondo i promotori della legge, la richiesta sarebbe nata dalla necessità di spingere l’economia digitale autoctona, supportando gli sviluppatori locali e garantendo alla popolazione l’accesso a delle applicazioni più vicine alla loro realtà quotidiana.
Al momento, gli
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non hanno risposto alle critiche del gruppo di Cupertino, di conseguenza la normativa rimane in vigore senza cambiamento alcuno. Dal primo giugno del 2020, le applicazioni definite dal governo dovranno apparire su tutti i dispositivi elettronici, compresi iPhone, iPad e i Mac del gruppo. Quali saranno le azioni che il gruppo californiano potrà intraprendere non è ancora dato sapere.
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