7.33 milioni di iPad, 16.24 milioni di iPhone, 19.45 milioni di iPod. Sono questi i numeri su cui viaggia il ritmo Apple, i numeri di un mercato in forte crescita che sta costruendo sulla sua nuova realtà alter-Mac il nuovo baricentro dell’azienda. E sono questi i numeri della prima trimestrale di cassa comunicata nel 2011 da Apple in relazione all’ultimo trimestre del 2010, comprensivi dell’exploit di Natale ed utili a fotografare un’azienda che, con sorti inverse rispetto al proprio CEO, sembra godere di invidiabile salute.
L’ombra dei problemi di Steve Jobs c’è, ma passa sotto silenzio. Durante la comunicazione trimestrale i giornalisti non pongono domande sul CEO e l’appuntamento rimane limitato strettamente ai numeri aurei che il gruppo ha facoltà di elargire. Se alle vendite di iPad, iPhone e iPod si aggiungono 4.13 milioni di Mac, si giunge ad entrate per 26.74 miliardi di dollari con profitti netti per 6 miliardi (6.43 dollari per azione): si va ben oltre le stime, quindi, chiudendo in modo estremamente positivo l’annata. Ed il commento è un virgolettato proveniente dallo stesso Jobs: «abbiamo avuto un trimestre fenomenale con record di vendite per Mac, iPhone e iPad».
Ma Jobs lascia anche in sospeso l’utenza che una sorta di “one more thing” declinata al linguaggio adeguato all’appuntamento con gli investitori: alcuni progetti sarebbero già nei piani del gruppo e trapela anche un accordo del valore di 3.9 miliardi di dollari per la fornitura di componenti, qualcosa che Apple descrive come «very strategic». Nessun dettaglio ulteriore, ma un ponte verso il futuro di cui l’azienda necessitava.
Nel giorno in cui non si è parlato di Jobs, infatti, proprio il suo nome è stato presente più che mai in occasione della trimestrale. Le azioni hanno chiuso il mercato after-hour in positivo, senza però recuperare completamente il passivo della giornata (-2.25% prima, +1.25% poi). In altre occasioni numeri simili avrebbero portato le azioni AAPL verso nuovi record, ma in questo momento volare non è possibile: un macigno grava sul gruppo ed è sufficiente a bilanciare tutto quel che di positivo i numeri esprimono circa l’attuale andamento sul mercato dei prodotti con la mela.