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Apple conferma l’intenzione di un ricorso contro la Commissione Europea, in risposta alla multa di 13 miliardi di euro comminata lo scorso agosto, dovuta a un trattamento fiscale vantaggio di cui l’azienda avrebbe goduto in Irlanda. E a seguito delle dichiarazioni del governo irlandese, pronto a sostenere quella europea sia "un’inferenza sui nostri affari interni”, giunge la risposta del gruppo di Cupertino, così come si apprende da un aggiornamento di Reuters.
La vicenda è ormai ben nota: lo scorso 30 agosto, la Commissione Europea ha richiesto ad Apple di versare
A rivelarlo è l’agenzia Reuters, con gli ingerventi del General Counsel dell’azienda Bruce Sewell nonché del CFO Luca Maestri, sulla base di quattro punti principali che costituiranno il cuore del ricorso. Innanzitutto, Cupertino ritiene che la Commissione Europea abbia erroneamente ritenuto due filiali esistenti solo sulla carta, quando si tratterebbe invece di due controllate effettivamente esistenti e gestite dal gruppo. A questo, Apple aggiunge come la multa comminata sia in contrasto con le leggi irlandesi in materia di tributi, nonché come la stessa Commissione non abbia vagliato il parere degli esperti irlandesi sulle leggi fiscali. Il tutto porterebbe al quarto punto: il gruppo pare ritenga di essere diventato il target di un’azione mediatica, tanto che l’importo delle sanzioni sarebbe stato appositamente massimizzato.
Secondo Sewell, la Commissione Europea potrebbe aver approfittato della situazione facendo leva sull’
Vestager sostiene che la base sulla quale dobbiamo pagare tasse in Irlanda siano praticamente tutti i profitti che generiamo fuori dagli stati uniti… in un posto che non fa ingegneria, non genera alcuna proprietà intellettuale. Una teoria assurda.
Non resta, a questo punto, che attendere le prossime mosse da Cupertino, nonché l’eventuale risposta dalle istituzioni europee.