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Tim Cook è alla guida di Apple da appena
, eppure già la sua mano comincia a vedersi. Si rispetta così la volontà di Steve Jobs, il quale aveva consigliato al nuovo CEO di agire indipendentemente dalla storia del fondatore di Apple.
Qualcosa si era già notato: con l’inedito
e tramite le
di risposta agli utenti, il nuovo CEO di Apple si era già differenziato dal precedente nel modo di gestire la comunicazione. Ora un
del Wall Street Journal analizza a fondo l’impronta che Tim Cook sta lasciando a Cupertino.
Come ci si poteva attendere, Cook come iCEO non si dimostra essere visionario, né di avere lo stesso impetuoso carattere di
. Ha invece uno stile più manageriale e tende a occuparsi maggiormente di questioni amministrative. Ecco perché uno dei suoi primi atti da Amministratore Delegato è stato la promozione di Eddie Cue e il miglioramento del settore Educational.
La comunicazione con i dipendenti è un’altra notevole differenza con il passato. Tim spesso si rivolge loro con l’appellativo “Team“, dimostrando così la voglia di comunicare con tutti i livelli dell’azienda, di coinvolgerli e metterli al corrente delle decisioni più importanti.
Anche il programma di beneficenza lanciato dal nuovo iCEO segna un taglio con il passato: probabilmente Jobs si era impegnato in opere di carità, ma in maniera del tutto privata, mentre Tim ha voluto pubblicizzare un apposito programma che coinvolge tutti i dipendenti.
Insomma piccoli cambiamenti che probabilmente non saranno gli unici, ma non c’è da aspettarsi una rivoluzione: chi conosce bene Tim Cook sa che la pensa su molti aspetti proprio come Steve Jobs. Ecco perché rimarrà invece immutata l’identità della Mela, con la continua e quasi maniacale ricerca del connubio tra arte e scienza, del design ricercato, del segreto maniacale che genera aspettative tra i clienti.