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Sono finiti i tempi delle battaglie fra Apple e Greenpeace durante la metà degli anni 2000, quando il gruppo ambientalista ha sollecitato più volte Cupertino a impiegare materiali meno inquinanti e a impegnarsi nel risparmio energetico. La Mela ha accettato la sfida senza riserve e oggi conquista la posizione più alta del trono: Apple è la società dalle infrastrutture e dai data center più verdi al mondo.
Non è di certo un segreto: con l’esplosione delle tecnologie cloud,
ha fatto pressioni sui grandi gruppi dell’universo IT – Apple, Google, Amazon, Microsoft e via dicendo – affinché adottassero delle politiche verdi. Questo perché dietro a quei file facilmente condivisibili sulla nuvola, vi sono infrastrutture fatte di enormi data center, che consumano quantità impensabili di energia al giorno, producono tonnellate di anidride carbonica e contribuiscono in modo preoccupante al surriscaldamento globale. Con la trasformazione di tutti i suoi data center in circoli virtuosi per le
, Apple convince Greenpeace e si conquista la palma d’oro della società più environmental friendly.

Gli impianti solari di Apple
«Apple ha ben mantenuto l’impegno costruendo il più grande impianto solare privato per i suoi data center nella Carolina del Nord, quindi lavorando in Nevada per alimentare gli imminenti data center con energia solare e geotermica e acquistando energia eolica per quelli in California e nell’Oregon.»
Apple è al momento l’unica azienda informatica che fa ricorso a energia al 100% rinnovabile per i suoi server. Tutti i competitor registrano performance nettamente inferiori e, per questo, Greenpeace consiglia loro di seguire la strada ecocompatibile tracciata dal gruppo di Cupertino. Google, ad esempio, usa soltanto il 48% di energie rinnovabili, mentre continua a fare affidamento ad approvvigionamenti inquinanti come gas naturale (13%), combustibili fossili (22%) e nucleare (15%). Non va meglio Microsoft, con il 29% di rinnovabili, il 21% di gas naturale, il 32% di combustibili fossili e il 18% di nucleare. Sulla stessa linea Amazon, con solo il 15% di energia da fonti pulite, il 25% di gas, il 28% di fossili e il 27% di nucleare.
Per Apple non è però il momento di adagiarsi sugli allori. Il
, infatti, spera che Cupertino abbandoni la sua ritrosia alla condivisione delle conoscenze, affinché possa comunicare ai partner le sue best practices ambientali aiutando l’intera industria a diventare virtuosa.