Apple e Psystar ricorrono agli accordi privati

Le due case che si erano reciprocamente trascinate in tribunale per una disputa riguardo la possibilità di commerciare software Apple separatamente dall'hardware hanno dichiarato che ricorreranno ad una forma di accordo privato con consulenza legale
Le due case che si erano reciprocamente trascinate in tribunale per una disputa riguardo la possibilità di commerciare software Apple separatamente dall'hardware hanno dichiarato che ricorreranno ad una forma di accordo privato con consulenza legale
Apple e Psystar ricorrono agli accordi privati

Sembra che Apple e Psystar laveranno i panni sporchi in casa e non andranno a farlo davanti ad un giudice. Le due compagnie, che

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si sono

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in giudizio per una storia di riutilizzo del sistema operativo Mac OS X, hanno ora deciso di ricorrere ad una ADR (Alternative Dispute Resolution).

Si tratta in sostanza di un patteggiamento fatto senza nulla di ufficiale di mezzo: un giudice offre la sua consulenza (senza quindi emettere sentenze legalmente vincolanti) e le due compagnie discutono intorno ad un possibile accordo. I motivi di una simile decisione sono dovuti al fatto che probabilmente la situazione si sarebbe risolta comunque con una sorta di patteggiamento e soprattutto al fatto che in tal modo possono prendere accordi che non sono tenuti a diffondere pubblicamente come nel caso di una sentenza. Le carte (

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) indicano anche una deadline precisa: entro il 31 gennaio 2009 le parti in causa dovranno aver raggiunto un accordo.

Tutto quanto è iniziato quando Apple per prima ha citato in tribunale la Psystar accusandola di aver venduto quelli che in sostanza sarebbero dei cloni dei computer con la mela, dotati peraltro di una versione modificata del sistema operativo Leopard. A quel punto la Psystar ha deciso a sua volta di citare in giudizio la Apple accusandola di comportamento scorretto per come lega in maniera indissolubile software e hardware.

La “filosofia della chiusura” che Apple ha sposato da sempre ha procurato già in passato al gruppo qualche guaio, ma fino ad ora se l’era sempre cavata conservando ferrea l’impronta della mela tanto su hardware quanto su software. Ora la decisione di non ricorrere ad un tribunale e di preferire un patteggiamento privato e fuori dai clamori pubblici sembra gettare qualche ombra sulla strategia di sempre. Delle due società è infatti quella di Cupertino la più grande, potente e abituata alle cause, quella insomma che in teoria dovrebbe essere “sicura” di vincere. Allo stesso tempo, però, è sempre l’azienda di Cupertino ad aver qualcosa di più da perdere.

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