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Termina la causa legale che ha visto opposte Apple e Amazon per lo sfruttamento del nome App Store. La società di Cupertino ha deciso di ritirare unilateralmente il caso, garantendo così al rivale la possibilità di utilizzare il termine "appstore" per il suo negozio virtuale. A darne notizia è Reuters.
La contrapposizione davanti alle corti è iniziata un paio di anni fa, quando Apple ha deciso di far causa ad alcune aziende rivali per vietare lo sfruttamento indebito del marchio
«Non vediamo più la necessità di proseguire il caso. Con più di 900.000 applicazioni e
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager, i clienti sanno dove poter acquistare le loro app preferite.»
Così ha spiegato una portavoce di Apple, Kristin Huguet. A cui risponde Martin Glick, un avvocato di Amazon:
«È stata una decisione di Apple quella di voler abbandonare unilateralmente il caso e di lasciare perciò Amazon libera di usare "appstore". Siamo soddisfatti che la corte abbia quindi dismesso il caso. Continueremo a focalizzarci per fornire la migliore esperienza appstore possibile ai nostri clienti e agli sviluppatori».
La mossa di Apple è certamente singolare e controtendenza, ma potrebbe nascondere altri scopi oggi ben più importanti per l’azienda. Non è di certo da Cupertino abbandonare le più accese cause legali per rivendicare la proprietà intellettuale delle proprie invenzioni, anche a costo di dover investire ingenti capitali in litigi in tribunale. È pur vero che molto è cambiato rispetto al passato: non solo