Apple brevetta la rivendita di contenuti digitali

Apple brevetta un sistema per la rivendita di contenuti digitali tramite appositi DRM: l'utente li potrà cedere, gratuitamente o a pagamento, a terzi.
Apple brevetta la rivendita di contenuti digitali
Apple brevetta un sistema per la rivendita di contenuti digitali tramite appositi DRM: l'utente li potrà cedere, gratuitamente o a pagamento, a terzi.

La rivendita di contenuti digitali potrebbe essere presto realtà. Lo svela un recente brevetto registrato da Apple all’US Patent & Trademark Office, pensato per creare un mercato di beni virtuali usati cedibili a terzi dall’utente grazie a particolari licenze DRM.

Apple già da tempo offre contenuti digitali privi di DRM con iTunes Plus e da anni è impegnata all’eliminazione di questo tipo di licenze da brani, video e molto altro ancora. Questi file possono ovviamente essere ceduti a terzi senza troppi problemi, anche perché la loro riproduzione non è vincolata a una macchina o a un device specifico. Sul mercato e anche nell’ecosistema targato Mela continuano però a sopravvivere moltissimi contenuti DRM, sia per volere dell’azienda che delle case distribuzione, e questi non possono essere ceduti proprio perché legati indissolubilmente al proprietario originale e alla macchina in uso. Con il brevetto presentato da Apple si vuole, di conseguenza, superare questo ostacolo.

Il complesso sistema, che vede la sovrapposizione e l’unione di più metodi per la gestione del DRM, definisce precise categorie con cui il primo acquirente può cedere o rivendere contenuti a terzi, sulla base delle volontà del publisher originale. Ad esempio, il detentore dei diritti può imporre che un film venga rivenduto non prima dei 60 giorni dalla sua apparizione su iTunes e a un prezzo non inferiore ai 5 dollari, oppure ne può abilitare la cessione e il prestito ma non la vendita.

In pieno stile revenue-sharing di App Store, un modello economico che si è rivelato vincente, il trasferimento di beni virtuali può essere inoltre soggetto a commissioni e percentuali: sia per Apple, per i costi di pubblicazione e di hosting, sia per il detentore dei diritti, libero di recuperare parte dei guadagni dal rivenduto. Inoltre, pare che i file cedibili non debbano necessariamente essere disponibili fisicamente sul computer in uso, perché il tutto funzionerebbe anche in modo virtuale sfruttando il microcosmo cloud targato Mela.

È sicuramente curioso da sottolineare come Amazon abbia di recente ottenuto la registrazione di un brevetto molto simile, presentato per la prima volta nel 2009, per la gestione dei contenuti multimediali sul suo shop online. Il brevetto di Apple è invece della seconda metà del 2011. In definitiva, il mercato dell’usato sta per sbarcare su iTunes, sempre che i detentori del copyright ne siano d’accordo.

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