Apple, accordo con altri big per la privacy

Apple si unisce a Google, Microsoft e altri big del settore mobile per un accordo comune su nuove policy per la privacy da applicare alle applicazioni.
Apple si unisce a Google, Microsoft e altri big del settore mobile per un accordo comune su nuove policy per la privacy da applicare alle applicazioni.
Apple, accordo con altri big per la privacy

In seguito alle polemiche che hanno investito produttori e sviluppatori nelle scorse settimane circa le applicazioni che trasmettono ai responsabili i dati sensibili degli utenti, Apple e altri cinque importanti produttori di smartphone e tablet hanno stretto un importante accordo con cui si impegnano a informare in anticipo il consumatore circa l’uso che l’applicazione che sta per scaricare farà dei propri dati.

L’accordo prevede in scena Apple, Google, Microsoft, Amazon, RIM e HP, ed è stato raggiunto con la mediazione del procuratore generale della California proprio con l’obiettivo di rivedere le norme che regolano le modalità con cui produttori e sviluppatori gestiscono i dati personali di un utente. Dalle prossime settimane, dunque, Apple dovrà apportare delle modifiche ad App Store e anche gli altri 5 big del segmento mobile dovranno seguire la stessa scia.

L’obiettivo, com’è chiaro, è quello di tutelare i dati di milioni di utenti che quotidianamente scaricano

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da dispositivi mobile. Ha spiegato il procuratore generale Kamala D. Harris:

«L’accordo con le piattaforme è stato designato per assicurarsi che le applicazioni mobile soddisfino il California online Privacy Protection Act. L’atto richiede agli operatori di siti Web commerciali e servizi online, incluse le app mobile, che raccolgono dati personali atti a identificare gli utenti di mettere bene in evidenza la propria policy riguardo la privacy.»

Il procuratore ha riunito Apple, Google, Microsoft, Research in Motion, Amazon e Hewlett-Packard lo scorso agosto proprio con l’obiettivo di modificare le policy sulla privacy delle mobile app, ma l’accordo è stato stretto solo adesso, dopo che nelle scorse settimane sono state moltissime le polemiche che hanno investito molti produttori e sviluppatori: ad esempio si ricorda il caso Google e Safari, oppure Path. Harris sostiene inoltre che citerà in giudizio Apple e qualunque azienda o sviluppatore operante nei loro App Store che violerà le nuove policy.

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